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Sopralluogo dell’ex senatrice Vono e del Garante all’Istituto penitenziario “Caridi” di Catanzaro, tra note positive e criticità: nelle carceri lenta burocrazia e poco personale


Per “Estate in carcere”, il progetto nato da un’idea delle direzioni politiche di Forza Italia e del Partito Radicale, nei giorni scorsi la visita all’Istituto penitenziario di Catanzaro “Ugo Caridi”, da parte dell’ex senatrice Silvia Vono e del Garante regionale per i diritti delle persone detenute o private dalla libertà personale, Luca Muglia.
Una mattinata di lavoro in cui sono stati organizzati incontri anche con gli agenti della Polizia penitenziaria e fatto il punto sulle iniziative avviate all’interno della struttura con l’obiettivo di valorizzare le attività culturali in favore del reinserimento sociale dei detenuti e ribadire il valore rieducativo della pena.

«Visitare l’Istituto penitenziario “Ugo Caridi” di Catanzaro mi ha dato modo di scoprire – tra le criticità che sicuramente esistono in un ambiente dove la libertà, per ovvi motivi, è assente o fortemente limitata – degli aspetti da elogiare a partire dalla passione e dalla voglia di fare degli operatori penitenziari, sanitari, giuridico-pedagogici e amministrativo-contabili. Tutte persone impegnate in un lavoro difficile che richiede pazienza, controllo, competenza, empatia e grande responsabilità per svolgere attività finalizzate a ridare speranza anche a chi forse speranza, in termini di fine pena, non ne ha». Così l’ex parlamentare Silvia Vono, al termine della visita, accompagnata dal direttore reggente dell’istituto, Salvatore Trieste.

CARCERI TRA BUROCRAZIA LENTA E CARENZA DI PERSONALE

«Un istituto – ha aggiunto l’ex senatrice di Forza Italia – all’avanguardia, grazie all’attenzione della direzione che ha puntato su alcune particolarità come la sanità penitenziaria pubblica gestita dal professore Giulio Di Mizio che, grazie alla sua esperienza professionale, è riuscito ad ottenere le risorse economiche destinate alla realizzazione di una palazzina per la cura dei detenuti. Anche di quelli psichiatrici, per i quali, nonostante la mancanza di strutture apposite e di risorse, messi a disposizione tre psichiatri, quattro psicologhe e, novità rilevante, due terapiste della riabilitazione psichiatrica».

A questo proposito si rimarca: nell’istituto cittadino ristrutturata e rimessa in uso una vasca riabilitativa e terapeutica, che però necessita di autorizzazioni specifiche per garantire cure adeguate ai detenuti. «Spesso – ha proseguito Vono -, la burocrazia è molto lenta lasciando spazio, a volte, all’abbandono, com’era successo anche in questo caso. Sicuramente c’è bisogno di un’organizzazione più funzionale del personale sanitario che riesca a gestire, con maggiore tranquillità, i servizi alla variegata popolazione carceraria, ma è anche importante che, soprattutto tutti noi che ci occupiamo di politica, conosciamo la realtà delle nostre carceri per intervenire in modo consapevole ed adeguato».

I LABORATORI ATTIVI NEL CARCERE DI CATANZARO

Nella struttura carceraria catanzarese sono attivi anche un laboratorio di pasticceria dove lavorano, in modo stabile, alcune persone attualmente recluse ed un laboratorio di ceramica dove si realizzano opere diverse e di pregio. «Nel luglio scorso, per le celebrazioni del Santo patrono di Catanzaro, i detenuti che lavorano nel laboratorio di ceramica, in collaborazione con la comunità, hanno realizzato i fischietti di San Vitaliano».
La rappresentante di Forza Italia ha, tra l’altro, preso atto delle altre attività nelle quali sono impegnati quotidianamente i detenuti. «Tra i progetti realizzati in sinergia con associazioni e le scuole del territorio e con l’impegno costante dei responsabili dell’area giuridico-pedagogica – ha commentato – c’è quello avviato da anni con l’Istituto agrario di Catanzaro che dà la possibilità ai detenuti che frequentano i corsi, di specializzarsi in settori come la coltivazione dell’uva e la produzione di vino».

Rivolta alla gestione amministrativa contabile l’attenzione dell’ex senatrice. «Un anello fondamentale della catena – dice – per permettere che ogni attività e ogni progetto vengano gestiti ed effettivamente realizzati per tempo e con le risorse dovute».
Sul lavoro della Polizia penitenziaria, Vono ha rilevato l’impegno degli operatori «che fanno da cassa di risonanza alle richieste dei detenuti, facendo in modo di dare risposte ed assicurando una sorveglianza, talvolta discreta, anche a rischio della propria vita e della propria salute. Eppure, malgrado le difficoltà evidenti di questa professione, ognuno di loro svolge il proprio lavoro con sensibilità e voglia di mettersi a disposizione delle persone detenute per garantire loro ogni diritto nonché il regolare funzionamento dell’istituto».

NUMEROSE LE CRITICITÀ PRESENTI NEGLI ISTITUTI DI PENA

Nonostante le situazioni positive, fanno da contraltare le criticità presenti all’interno degli istituti, come, ad esempio, il deficit di risorse umane. «Anche se dalla tabella dei fabbisogni del personale redatta dal Ministero della Giustizia relativa al piano triennale 2023-25 sembrerebbe che qualcosa si muova riguardo a nuovi concorsi nei vari ambiti e nuove assunzioni – ha commentato l’ex parlamentare – tutto ciò non basta se riflettiamo sul fatto che i fabbisogni di personale e le relative risorse da corrispondere ai vari istituti di pena dovrebbero tener conto delle peculiarità di tali istituti permettendone una più equa distribuzione.
Ecco perché ritengo sia importante, attraverso queste visite, attivare un monitoraggio delle peculiarità di ogni struttura in base alla popolazione carceraria, al genere, alle sezioni e quindi poter rivedere o addirittura elaborare criteri del fabbisogno ex novo con cognizione di causa sulle necessità quotidiane in primis e straordinarie di ogni istituto di pena. Diversamente si sarà costretti a lavorare sempre sulle emergenze che molto spesso si trasformano in cronicità sistemiche».

EMERGENZA CARCERI, LAVORARE NON SOLO SU BUROCRAZIA E PERSONALE

Ed ancora: «Lavorare sull’emergenza comporta però il grave rischio di tralasciare, non certamente per inerzia, il quotidiano e cioè la cura delle celle, la fornitura di materassi nuovi e puliti e di tutto il necessario per garantire un tranquillo riposo, il montaggio delle docce in alcune camera penitenziali che risultano sfornite. Naturalmente chi di competenza ha attivato, con celerità, tutte le procedure perché il materiale arrivi per tempo, sia effettuata la pulizia/disinfestazione, sia conclusa la progettazione per l’installazione delle docce nelle camere mancanti e attivati i bandi per procedere ai lavori ma non si può di certo rimanere ad aspettare e bisogna che, anche attraverso l’azione energica del Garante per le persone detenute e la determinazione della politica, si intervenga per accelerare e sbloccare ogni pratica».

«Gli interventi che ci proponiamo di chiedere – ha concluso l’ex parlamentare di Forza Italia – sono, al di là, dei semplici monitoraggi delle situazioni in essere, anche, quello di intervenire per la velocizzazione delle procedure confrontandoci con i vari enti preposti. Non sempre tutto dipende dal governo centrale, con cui, attraverso queste azioni, puntiamo a condividere idee e report per un maggiore coinvolgimento e coordinamento. Ma dobbiamo essere consapevoli di dover agire in ambito locale e regionale per appianare determinate situazioni, paralizzate a volte dagli alibi di qualcun altro».

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