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Vittorio Feltri

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VITTORIO Feltri non è bollito né alcolizzato, non a caso firma editoriali politici sul Giornale e la sua battuta (ne ha fatte mille del genere) non ha solo un connotato razzista ma classista. È una frase contro i poveri e gli invisibili. «Vestita come una cameriera di Catanzaro». Solo che Feltri non lo direbbe mai a proposito dei 50 braccianti indiani “in condizioni disumane” nelle terre del Prosecco, laggiù nel Trevigiano, notizia diffusa ieri dalla Cgil. Non lo farebbe perché il Veneto veste meglio, esporta tanto ed ha una immagine rispettabile. Sempre lui un giorno definì le donne di San Luca «vecchie, goffe e nere come insetti», sul Corriere della Sera, ed era molto più giovane.

Feltri rappresenta il pensiero di un certo Nord, diciamolo. Quelli che “da noi funziona tutto”, gli imprenditori che non vogliono investire al Sud, quelli che delocalizzano: il paese reale diviso già dal reddito e l’aspettativa media di vita. Sono i discorsi da bar mille volte ascoltati che diventano incredibilmente giornalismo. E questo accade in un momento cruciale per il nostro paese, in cui si parla di autonomia differenziata e referendum, con lo stesso partito di Forza Italia spaccato. Il razzismo (e la sfiducia) verso il Sud non ha colori. Il candidato di centrosinistra alle ultime elezioni regionali lombarde Pierfrancesco Majorino lo disse chiaro: «La Lombardia non è la Calabria, è una Regione che ha grandi potenzialità». Roberto Occhiuto lo definì un cretino facendo il botto dei like, chissà cosa ha pensato (ma non detto) il presidente della Regione di Vittorio Feltri. In molti si saranno fatti una risata, ma questa storia è molto seria. Perché ci sono poteri forti e imprenditori che non vedono l’ora di poter deliberare serenamente su porti o aeroporti, farsi una scuola a propria misura, una politica ambientale regionale qualunque cosa voglia dire, o nuove regole sulle pensioni integrative, salvo poi scaricare gli oneri e i fallimenti sullo Stato. E ci tocca scoprire – come ha fatto Il Quotidiano-L’altra voce dell’Italia ieri – che proprio il Nord è l’area del lavoro irregolare.

Ma parliamo dell’autonomia che noi tutti cittadini abbiamo sperimentato, quella sanitaria. I Lea (livelli essenziali di assistenza) hanno punteggi bassissimi al Sud. Secondo Svimez, la Calabria ha perduto risorse per 2,4 miliardi. L’Istituto di ricerca certifica che l’odioso sistema del turismo sanitario – una definizione tragica – è ormai cronicizzato, a testimonianza delle difficoltà delle strutture meridionali a raggiungere standard assistenziali soddisfacenti. La Lombardia, definita regione virtuosa nonostante i tanti segnali negativi di questi mesi, incassa risorse aggiuntive per 5,6 miliardi. A questo punto si potrebbe dire: quanto la state facendo lunga per la battuta di Feltri? In effetti è vero, e non vorremmo correre il rischio di sembrare borbonici. Ma Feltri ci ha dato un assist per ricordare che siamo più poveri e, si spera, anche più arrabbiati per alcune scelte della maggioranza. E certe volte la scintilla può essere anche una frase sbagliata.

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