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CATANZARO – «In Calabria politica, burocrazia e criminalità̀ organizzata sono unite da legami e rapporti di affari e convenienza, rendendo possibile un sistema illecito che ha compromesso il corretto impiego di risorse pubbliche». Il questore di Catanzaro, Amalia Di Ruocco, ha presentato il “bilancio sociale” 2019 della Questura, con un report che ha permesso di evidenziare come la ‘ndrangheta sia «ormai unanimemente riconosciuta come la più potente associazione per delinquere italiana e una delle più pericolose al mondo. Molteplici le manifestazioni della afflittiva invadenza delle cosche. Le cosche non sparano più, troppo sangue richiama le forze dell’ordine e loro ormai hanno capito che è più conveniente concentrarsi altrove».
Le investigazioni, si legge ancora nel bilancio sociale della Questura di Catanzaro, «hanno dimostrato una spiccata capacità delle cosche di infiltrarsi negli apparati amministrativi degli enti pubblici. Lo scioglimento, per condizionamento mafioso, di amministrazioni comunali e della Asp, dimostra quanto sia stretto il legame cosche-politica-pubblica amministrazione. Mentre un tempo erano i mafiosi ad andare dai politici, oggi le indagini ci dicono che sono i politici che si rivolgono agli ‘ndranghetisti per avere voti. La ‘ndrangheta individua i candidati, dispone di candidati. E’ chiara quindi – si legge nel report – la commistione. Senza parlare del rapporto ‘ndrangheta-massoneria. Gli ‘ndranghetisti dispongono della massoneria e ne traggono benefici. Alla ‘ndrangheta interessa molto mettere nei posti di comando sue persone per gestire la cosa pubblica, in particolare il denaro pubblico, gli appalti e i contributi europei. Il sostegno dato nelle campagne elettorali viene richiesto indietro attraverso favoritismi in vari settori: appalti, licenze, assunzioni e altro».
Condizionati tutti i settori
Inoltre – è scritto ancora nel Bilancio sociale della Questura di Catanzaro – «la ‘ndrangheta in questo territorio ha condizionato tutto, non c’è settore che non abbiano toccato. Nelle sue fila ci sono professionisti, avvocati, commercialisti, medici, gente insospettabile è a suo servizio. Dovunque ci sono soldi, affari, ci sono loro. Le operazioni della Direzione distrettuale antimafia sono la conferma di quanto finora rappresentato e cioè che in Calabria politica, burocrazia e criminalità organizzata sono unite da legami e rapporti di affari e convenienza, rendendo possibile un sistema illecito che ha compromesso il corretto impiego di risorse pubbliche».
Istituzioni controllate dalle cosche
Quanto agli scenari futuri, «dalle indagini concluse e da quelle in corso – si legge ancora – emerge sempre più la conferma che la ‘ndrangheta ha messo nelle istituzioni pubbliche e locali i suoi uomini funzionali agli interessi dell’organizzazione criminale. Conferma la sua alta capacità di penetrazione nel mondo politico e istituzionale e di infiltrazione nel settore imprenditoriale. Lo scenario è davvero inquietante. Bisogna che in Italia tutti si rendano conto della portata del fenomeno ‘ndrangheta. I cittadini non possono solo esprimere solidarietà̀ e delegare il contrasto alla magistratura e alle forze di polizia. Tutta la società̀ civile deve assumere posizione rifuggendo la rassegnazione e l’accomodamento. Lo Stato deve investire più risorse sui territori per la cultura, per il lavoro, per la salute, per il benessere, ma lo Stato è fatto da ciascuno di noi. Le indagini delle forze di polizia e l’impegno della magistratura fanno certamente ben sperare ma – si rileva infine nel Bilancio sociale della Questura di Catanzaro – se non vi sarà̀ una riscossa etica e culturale dei cittadini tutti la società non potrà̀ cambiare e non vi sarà sviluppo per Catanzaro e la Calabria in generale».
Reati diminuiti nel Catanzarese
In questo contesto, è comunque emerso che dal 2018 al 2019 sono diminuiti i delitti nella provincia e nella città di Catanzaro Con questo report, realizzato per il terzo anno, la Questura – ha sostenuto Di Ruocco – «informa su programmi, attività e risultati raggiunti per raccontare la qualità̀ che si nasconde dietro la quantità. Non solo un compendio di informazioni ma uno strumento di rendicontazione sociale capace di trasmettere i contenuti e il vero significato dell’attività istituzionale, oltre a una lettura vera dei fatti che i numeri rilevati da una indagine statistica non possono dare». Il bilancio sociale del 2019 mette in luce le dinamiche criminali sul territorio, caratterizzate dal fatto che «la situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica nella provincia di Catanzaro risente della presenza delle organizzazioni mafiose appartenenti alla ‘ndrangheta, che vi opera dispiegando l’intero armamentario della potenza criminale».
Nella provincia di Catanzaro, in totale, i delitti censiti dalla Questura nel 2019 sono stati 11.458 (rispetto ai 12.493 del 2018), con una contrazione degli omicidi (4 rispetto a 2) e una riduzione significativa di reati come i furti (da 4.348 a 3.689) e truffe e frodi informatiche (da 1.380 a 1.301) mentre c’è un aumento delle violenze sessuali (da 24 a 27) e dei reati in materia di stupefacenti (da 241 a 266). Quanto alla città di Catanzaro, i delitti censiti nel 2019 dalla Questura sono stati 4.191 rispetto ai 4.313 del 2018, con una sensibile riduzione, anche qui, di furti e truffe e frodi informatiche.
Importanti, poi, sono i risultati dell’attività di contrasto messa in atto dalla polizia sul territorio provinciale: nel 2019 infatti si sono registrate 884 comunicazioni di notizie di reato all’autorità giudiziaria, 1.208 persone denunciate e 270 persone arrestate (queste ultime in aumento rispetto al 2018, come in aumento risultano le misure di prevenzione applicate nel 2019, e gli accertamenti antimafia effettuati nell’anno appena trascorso, ben 1.381 rispetto ai 671 del 2018). Un “focus specifico” ha poi riguardato i reati di stalking denunciati in provincia (da 139 a 153), e dei maltrattamenti in famiglia (da 174 a 198).
Per quanto riguarda l’immigrazione, nel bilancio sociale della Questura di Catanzaro si rileva «un aumento dei titoli di soggiorno sia elettronici rilasciati e sono in aumento gli extracomunitari regolari soggiornanti nella provincia (da 11.020 a 11.753)»: in lieve aumento i decreti di espulsione (da 66 a 69).
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