Il materiale sequestrato dalla Guardia di Finanza
3 minuti per la letturaLAMEZIA TERME (CATANZARO) – Nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Carmelo Furci, arrestato per usura aggravata e estorsione nei confronti di marito e moglie, titolari di un bar tabacchi nel centro di Lamezia, ai quali Furci avrebbe prestato complessivamente 100 mila euro pretendendo tassi d’interesse oltre il 100% mensili (oltre anche a minacce di morte).
Furci è stato raggiunto da un’altra ordinanza di custodia cautelare in carcere per il rinvenimento di un vero e proprio arsenale nella sua abitazione (LEGGI LA NOTIZIA) oltre alla somma in contanti di 167 mila euro (l’arresto di Furci ha avuto anche delle implicazioni politiche per la sua presenza al seggio elettorale 17 durante le elezioni comunali del primo turno del 10 novembre scorso). Il gip di Lamezia, Emma Sonni, ha infatti emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare per Furci su richiesta del procuratore della Repubblica di Lamezia, Salvatore Curcio e del sostituto procuratore Giuseppe Falcone.
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Questo ulteriore provvedimento restrittivo scaturisce dalle operazioni di perquisizione effettuate dalla Guardia di Finanza lo scorso 13 novembre, in esito alle quali presso alcuni appartamenti in uso all’indagato fu rinvenuto un vero e proprio arsenale, da qui la procura ha richiesto ed ottenuto dal gip del tribunale di Lamezia Terme, un altro provvedimento restrittivo eseguito dai militari del Gruppo delle fiamme gialle di Lamezia Terme.
Alla luce delle immediate indagini svolte dal Nucleo mobile della Guardia di Finanza, la procura della Repubblica ha richiesto e ottenuto dal gip, in brevissimo tempo, l’ordinanza di custodia cautelare che ha comportato un nuovo arresto per Furci. Il provvedimento cautelare è stato notificato in carcere a Catanzaro, dove l’indagato si trova ristretto dal 12 novembre scorso per l’accusa di usura e estorsione aggravata.
Il gip, infatti, condividendo l’impianto accusatorio formulato dalla procura, ha disposto la secondo carcerazione dell’indagato in riferimento alle ipotesi di reato di detenzione di materiale esplosivo avente caratteristiche di micidialità, detenzione abusiva di armi comuni da sparo, tra le quali anche clandestine e relativo munizionamento, nonchè ricettazione per aver detenuto le armi provento di furto ed altre di origine comunque delittuosa poiché con matricola abrasa e per aver ricettato indumenti in dotazione alla polizia penitenziaria anche questi di sicura provenienza delittuosa.
Un vero e proprio arsenale, infatti, è stato rinvenuto in un palazzo al centro della città (7 pistole, tra cui una che sarà in dotazione alla Finanza nel 2020, bombe, 7 quintali di artifici pirotecnici, centinaia di proiettili blindati), vestiario in dotazione alla polizia penitenziaria, un passamontagna, marijuana e la somma in contante di 167 mila euro (con banconote da 50 e 100 euro sottovuoto e con data scritta con un pennarello). Furci era già stato arresto per usura nel 1997 e condannato in via definitiva ed è anche sotto processo per associazione mafiosa in quanto ritenuto affiliato al clan Greco.
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