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A prescindere da come finirà lo spareggio per il salto in Eccellenza, la Reggiomediterranea può ritenere straordinaria la sua stagione. La piccola, grande società reggina, pur senza avere alle spalle un mecenate e un pubblico di rilievo, con una gestione oculata si ritrova ad un passo dal salto in categoria superiore. Per dar vita a questo magico cammino, si è deciso di puntare sui giovani, intendendo per tali non solo quelli che impone il regolamento (che, lo ricordiamo, prevede l’utilizzo di 2 ragazzi del 95 ed uno del 96) ma anche coloro che, pur non essendo under, a 20 anni non possono certo essere definiti degli “anziani”. In un contesto simile, al fianco di quattro, massimo cinque calciatori di esperienza, ma tutti sotto i trenta anni, con l’unica eccezione del centravanti Marino, la società dei presidenti Cloro e Leo ha inserito ragazzi giovani e vogliosi di emergere. Capita così di vedere in campo, assieme a quattro elementi di esperienza, quali Marcianò (85), Candido (87), Brancati (88) e Fiumanò (89), un contesto di giovani. Quindi ecco un 92 (Pangallo), un 93 (Sapone), due 94 (Foti e Siclari) e ben tre 96 (Martino, Falduto e Ventura). A guidare il gruppo un tecnico di 38 anni, Fabio Crupi, il quale dopo aver condotto la formazione Juniores al titolo regionale lo scorso anno (portandola poi fino ai quarti nella fase nazionale), ha diretto con sagacia anche la prima squadra, conducendola alla vittoria nei play off, giocando e vincendo sempre fuori casa. Costi contenuti, sana gestione societaria, giovani vogliosi e motivati e anche sfrontatezza e coraggio, oltre al bel gioco, in tutti i campi, senza timori. Questa è la Reggiomediterranea, che anche stavolta ha fatto scuola. Decisamente un gran bell’esempio da seguire.
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