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Neanche ieri sera sono riuscita a vedere il festival, mai avuta una vita sociale tanto intensa come in questi giorni.
Leggendovi ho avuto l’impressione di una serata vivace tanto quanto l’arrivo delle pastarelle, domenica a pranzo, in una casa di riposo. Per anziani.
Frizzante come a Villa Arzilla alla vigilia di Natale
Del resto tradizione vuole che la seeconda serata sia moscia
Charlize Theron era bella più del sole e Conchita Wurst aveva ancora la barba.
Raf sembrava un deportato appena scampato dal lager
Biagio ha stonato
Tale Pintus ha fatto rimpiangere Siani, e avrei detto tutto
Arisa pare abbia messo il reggiseno e Emma si è fatta lo chignon.
I cantanti, sì c’erano anche ieri sera.
Sanremo, oggi più che mai, è una stringa temporale, che si chiude in una forbice sempre più stretta, quest’anno va dal 1980 al 1990. Prova ne è l’operazione nostalgia condotta con Albano e Romina. Siamo prigionieri di un eterno ritorno al passato. E questo la dice lunga sul nostro futuro. Canoro e non.
La chiuderei qui. Stasera lo guardo. Giuro.
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