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James Clerk Maxwell era un ragazzo molto sveglio e nonostante le tante difficoltà che ha dovuto superare nella sua vita, quel ragazzo cresciuto nella Gran Bretagna a metà dell’ottocento, negli anni tra la prima e la seconda rivoluzione industriale, riuscì a sfruttare il suo talento e diventare uno dei più grandi fisici di sempre. Certamente il suo nome è molto meno noto di quelli di Newton e di Einstein, ma la definizione delle equazioni che prendono il suo nome e che hanno unificato in maniera estremamente elegante e precisa gli effetti del campo elettrico e di quello magnetico, sta molto bene accanto alle precedenti scoperte di Isaac Newton e a quelle successive di Albert Einstein.
Maxwell presentò il risultato delle sue ricerche esattamente 150 anni fa, l’8 dicembre del 1864 alla Royal Society inglese e da allora quelle equazioni sono usate quotidianamente nello studio dei fenomeni elettromagnetici. Dicevamo che il nome di Maxwell non è molto noto al grande pubblico, ma le sue equazioni sono ben note agli studenti di fisica, di ingegneria, di matematica o di informatica che hanno speso e spendono molte ore nello studio dell’elettromagnetismo usando quelle “benedette” equazioni. Molti non sanno chi è Maxwell, ma senza le sue equazioni oggi forse non avremmo avuto, tra le altre cose, il telefono, la radio, la televisione, il computer e Internet. Anche solo per questa ragione merita di essere ricordato. In questo caso, come in tanti altri, la ricerca ha risolto problemi molto complessi per aiutare l’umanità che usa quelle soluzioni spesso senza conoscere chi ha lavorato per trovarle e metterle a disposizione di tutti.
In quel giovedì otto dicembre del 1964, a Londra nella sala della Royal Society, Maxwell presentò i risultati del suo lavoro a cui aveva dato il titolo “A Dynamical Theory of the Electromagnetic Field” e nel quale propose che la natura ondulatoria della luce fosse la causa dei fenomeni elettrici e magnetici che lui unificò tramite quelle equazioni. I risultati delle sue ricerche da quel giorno hanno avuto un impatto enorme sulla vita di tutti noi e hanno permesso di studiare tutti i fenomeni elettromagnetici e di progettare macchine, dispositivi, impianti e apparati che quotidianamente usiamo. In quello stesso giorno a Roma Papa Pio IX promulgò l’enciclica Quanta Cura in cui venivano condannate tutte le ideologie “moderne”, dal liberalismo al socialismo includendo anche la rivoluzione francese e il risorgimento italiano. Lo scritto del professor Maxwell ha retto nel tempo molto meglio dell’enciclica oscurantista di Pi IX, anche perché Maxwell aveva descritto un risultato scientifico di primo valore che avrebbe contribuito a migliorare la vita delle generazioni future mentre lo scritto di Pio IX, invece che al futuro guardava al passato e mirava alla conservazione di regole e strutture sociali che non potevano arrestare i cambiamenti ai quali i cittadini di quel mondo ottocentesco stavano assistendo.
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