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Per fortuna la serendipity è sempre in agguato e, ogni tanto, interviene per aiutare chi insegue il sogno di fare nuove scoperte e lavora duro per risolvere problemi che non hanno avuto ancora una soluzione. L’ultimo effetto, in ordine di tempo, della dea della ricerca sembra essere la scoperta fatta da un gruppo di ricercatori che a Padova, a partire dal 2005, hanno lavorato sotto la guida di Adriano Marin, ingegnere elettronico con esperienze industriali, per sviluppare una nuova macchina per la purificazione dell’acqua. L’obiettivo originale di Marin era di realizzare un nuovo sistema per purificare l’acqua da inquinanti solidi e liquidi. Un sistema da usare nei paesi del Terzo Mondo per le popolazioni che hanno grandi difficoltà a rifornirsi di acqua potabile con terribili effetti sulla salute di quelle popolazioni.

Questo non era un obiettivo da poco, ma la fortuna unita alla perseveranza di chi lavora seriamente ha premiato Marin e i suoi colleghi e il risultato che loro hanno presentato nei giorni scorsi, va ben oltre i loro obiettivi iniziali. Il sistema realizzato si chiama WoW (Wonderful Water) ed è capace di purificare l’acqua eliminando molti inquinanti, compresi elementi radioattivi. In particolare, questa ultima possibilità, molto importante per il risanamento di siti nucleari, non era stata inizialmente considerata da Marin tra gli obiettivi e, potremmo dire, è venuta fuori grazie alla serendipity che assiste i ricercatori e che tanti risultati ha prodotto finora.

Le prove del “vaporizzatore” di Marin e soci, che sembra una lavastoviglie da bar, avevano già dato risultati interessanti. Ma durante gli esperimenti accadde qualcosa di non previsto. Variando alcune condizioni, la macchina iniziò a produrre acqua purissima, con parametri migliori di quelli che gli autori si aspettavano. Da lì in poi provarono a purificare acque con inquinanti tra i più vari: veleni vari, fanghi, metalli pesanti, prodotti chimici, batteri, virus, idrocarburi, radioisotopi. Ogni volta il risultato ottenuto era sorprendente: l’acqua depurata dalla macchina era pura. Lo stesso Marin, candidamente ha ammesso: «La scoperta fu un fatto del tutto casuale, e ci mettemmo due anni per capire quale principio fisico portava a quel risultato».

In queste settimane, Marin e i suoi colleghi, che nel frattempo hanno costruito un’impresa per commercializzare  la macchina inventata, stanno completando la prima sperimentazione su vasta scala nel sito nucleare di Saluggia, nel Vercellese. L’apparato usato a Saluggia è più grande di quelli realizzati finora e dal 23 settembre sta trasformando 45 mila litri di liquidi radioattivi conservati in due cisterne in acqua purissima. Il 5 dicembre prossimo dovrebbe completare il suo lavoro e di tutto quel liquido contaminato dovrebbero rimanere soltanto dieci litri di concentrato insoluto.

Considerati i problemi che i giapponesi hanno avuto in questi anni con le centrali nucleari, l’ingegnere Marin è stato invitato a Tokyo per illustrare il funzionamento della sua macchina. A Fukushima il trattamento delle acque radioattive produce ogni mese una quantità di fanghi che occupa l’area di un campo di calcio. Con il sistema Wow, ha dichiarato Marin, «tale volume potrebbe essere ridotto a quello di una lavatrice».

Oltre alla decontaminazione delle acque nucleari, le possibili applicazioni di Wow sono tantissime. L’acqua delle fogne potrebbe essere resa pura, così come quella degli scarichi industriali e agricoli. Tra i tanti usi, chissà se in un giorno non troppo lontano, la macchina purificatrice dell’Ing. Marin verrà usata anche lungo le nostre coste per eliminare i liquami che nella stagione estiva sporcano il nostro mare e i nostri bagni? Osiamo sperare che qualcuno ci pensi.

 

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