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Sarà capitato a tutti, da ragazzi, di inseguire una farfalla per catturarla con le mani o magari con un retino e forse, concentrati sul volo a zig zag dell’animaletto, in tanti hanno rischiato di inciampare e cadere come è accaduto poco più di un secolo fa all’entomologo tedesco Wilhelm Kattwinke durante un viaggio di studio insieme a sua moglie nella pianura del Serengeti, nella zona nord della Tanzania.
Kattwinke era in Africa per studiare la malattia del sonno, ma fu la sua ostinazione di studioso di insetti e la serendipity che talvolta aiuta gli audaci ricercatori, a fornirgli una fortuna inattesa e a dargli l’occasione di fare una scoperta che ha permesso di conoscere le origini e l’evoluzione della specie umana. Mentre inseguiva quella farfalla, Kattwinke inciampò e cadendo rotolò, con il rischio di rompersi l’osso del collo, nella gola di Olduvai, una valle chiusa tra ripide pareti, profonda un centinaio di metri e lunga circa quaranta chilometri. Dopo essersi ripreso dalla caduta e dello spavento, Kattwinke si accorse di essere finito in un immenso sito archeologico tra i più antichi mai ritrovati. Da bravo studioso, raccolse un po’ di fossili e di resti di ossa umane che riportò con sé in Germania. Quello fu sufficiente per spingere altri studiosi a organizzare successive spedizioni che hanno portato a scoperte importantissime.
Infatti in quella gola, dopo qualche anno della rovinosa caduta di Kattwinke, sono stati trovati resti di scheletri e sedimenti che sono il miglior documento di quasi 2 milioni di anni di evoluzione umana. Solo per avere un’idea, in quello che è stato chiamato il livello I (datato circa 2 milioni di anni fa) dagli archeologi che hanno lavorato negli anni e nei decenni successivi, sono stati trovati i resti dell’Australopiteco e dell’Homo habilis, mentre nel livello II sono stati rinvenuti i resti dell’Homo erectus e da qui per stratificazioni sono giunti al Paleolitico, e poi a sedimenti datati circa 17.000 anni fa.
Wilhelm Kattwinke era andato in Africa per studiare la malattia del sonno e comunque in quella mattina del 1911 non riuscì a catturare la farfalla che inseguiva nella valle del Serengeti. Tuttavia oggi, dopo un secolo, è ricordato per il suo contributo fondamentale alla scoperta dell’enorme giacimento archeologico in Tanzania. Il fatto che la farfalla si salvò da Kattwinke, non rese inutile quell’inseguimento che servì a fare nella Gola di Olduvai una serie di scoperte sensazionali e fondamentali per capire l’evoluzione della specie umana. Scoperte che sono nate quasi per caso e che senza quella passione da collezionista di Kattwinke per quei lepidotteri colorati e senza l’intervento provvidenziale della serendipity, che a volte aggiunge quel pizzico di fortuna che serve, non sarebbero state possibili.
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