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Quando un bambino navajo ride per la prima volta, tutta la comunità festeggia. È il momento in cui il piccolo completa il passaggio dal regno degli spiriti al mondo reale. La persona che lo ha fatto ridere è incaricata di organizzare la cerimonia della prima risata per celebrare il magico evento.
Prevedo che nella tua vita sia in arrivo qualcosa di simile, Vergine.
Ovviamente non riderai per la prima volta, ma ho il sospetto che il tuo senso dell’umorismo raggiungerà nuovi livelli di maturazione.
Forse riuscirai a trovare divertenti cose che hai sempre preso troppo sul serio. Magari comincerai improvvisamente ad apprezzare di più gli scherzi del cosmo.
O forse troverai motivi per ridere più forte e più a lungo di quanto tu non abbia fatto finora.

Uno degli ultimi “scherzi” fattimi dal cosmo, caro Rob, è stato quello di far morire entrambi i miei nonni nel giro di un mese. Non credo riuscirò mai davvero ad apprezzarlo, ma ci farò pace. Un giorno. Di questo sono certa.

Un’era geologica fa, ero ancora in terza media, era quasi estate, io e nonna Teresa decidemmo di andare a trovare mio zio Ettore a Urbino, dove studiava, o meglio andammo ad aiutarlo perché lasciava casa, una cosa simile comunque. Fu un viaggio della speranza, ma arrivammo, sane e salve. Ci fermammo un paio di giorni. I giorni più divertenti della mia vita. Non ricordo di aver più riso con tanta spensieratezza.

Dormimmo a casa dove stava mio zio, ora non ricordo più per quale motivo, la prima notte dividemmo un lettino, per allungarlo ci piazzammo una tavola di legno sotto. Teresa è sempre stata uno scriocciolo e io ero già io a 13 anni. Un metro e settanta di salute. Quindi ogni volta che mi giravo o muovevo lei faceva come un saltello e scoppiavamo a ridire. “Miciolì, gioia, shh che svegliamo tutti e ci cacciano poi”

Il giorno dopo Ettore ci potò a mangiare alla mensa universitaria, la nonna si vergognava, insomma era una tipa sbarazzina e poco convenzionale, però ecco, un certo imbarazzo c’era. Ci sedemmo a un tavolo appartato, a un certo punto un ragazzo la guardò con attenzione e lei, seria, seria disse: “Eh, sono una studentessa fuori corso”. Scoppiò a ridere l’intera tavolata, capo in pochi minuti e l’intera mensa era sua, dal ragazzo che ci portò un’altra porzione di frutta a quella che ci passò il suo dolce. Quando finimmo e ce ne andammo ci fu una ola di saluti. 

Quindi caro Rob il tuo oroscopo, oggi, ad un mese esatto da quando Teresa non è più con noi, mi apre alla convinzione che sì, troverò motivi per ridere più forte e più a lungo di quanto non abbia fatto finora e questi motivi sono nei miei ricordi. 

ps in foto un tipo che di risate me ne strappa a pacchi 

 

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