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Tremate, tremate, siamo tornate. In Italia siamo un esercito composto da circa 700mila unità, una potenza, certo, nulla in confronto alle due milioni di americane, ma ci stiamo lavorando.
Spendiamo oltre un miliardo di euro l’anno. Non quantificabile l’amore, folle e disinteressato, che elargiamo a quei piccoli adorabili mostriciattoli, né il tempo dedicatogli.
Siamo zie. Siamo PANKs (Professional Aunts No Kids). Siamo tante e siamo agguerrite. Forti della nostra passione per i “bimbi di famiglia”. Io ne ho due. Un maschietto e una femminuccia, quattro e due anni. Li adoro, ma che dico, di più, li amo di un amore viscerale. Quando sto con loro sto solo con loro. Gioco, assecondo, consolo, vizio.
Sì, vizio. Li riempio di cose, hanno anche cercato, certi adulti, di farmi sentire in colpa per questo, ma io me ne frego. Sono stata la cocca dei miei zii da bimba, lo sono ancora oggi e sono una donna felice. Quindi, lasciatemi fare.
E poi ho scoperto di non essere sola. Secondo una ricerca fatta per D (il femminile del Corsera) da JfC siamo 19 milioni di “zie” potenziali e 690 mila e rotti sul campo. Già in azione.
Niente a che vedere con l’adorabile follia di zia Mame, ma neanche gufi impagliati o “fedeli gendarmi dello stato” come ben disse Leo Longanesi. Noi spendiamo e scialacquiamo. Non compriamo cose che servono, ma cose che piacciono. Non impieghiamo solo denaro, sia ben chiaro, noi spendiamo tempo per le nostre creature. Tempo e cuore. Siamo confidenti non giudicanti. Consolazione e divertimento. Abbiamo il telefono pieno di loro foto che mostriamo orgogliose a chiunque ci capiti a tiro. Ah le PANKs sono in media donne sposate o con un un compagno. Presto quindi arriveranno i PUNKs, gli zii.
In ogni caso, come ha detto Cameron Diaz: “Il ruolo della zia è il ruolo della mia vita”. Anche della mia.
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