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Il treno è in ritardo solo quando è necessario che non lo sia. (Arthur Bloch – La legge di Murphy)
Sulle poltrone di Italo si scivola. E’ una incontrovertibile verità. Ti siedi e tenti di stare in posizione eretta, ma niente, ti sbrachi.
Deve essere a causa di quella eco-pelle plasticosa. E scivolosa.
Oggi è stato il gran giorno del mio battesimo su Italo. Roma – Bologna, due ore scarse, pensavo che nulla sarebbe potuto succedermi. Io e treni abbiamo un pessimo rapporto.
Appena entrata ho iniziato a litigare con due signori in là con gli anni, ma sono certa fossero due grandi rompicoglioni anche da giovani, innervositi dal fatto che avevo messo la mia valigia sopra la loro nell’apposito vano. Mentre tentavo, invano, di spiegargli che loro sarebbero scesi a Venezia, ultima stazione, mentre io a Bologna, quindi prima, è arrivato un signore tedesco che ha piazzato su tutte e due un gigantesco zaino. Ponendo, di diritto, fine alla questione.
Il mio vicino ha iniziato a mangiare un panino a Roma – Ostiense e ha finito a Bologna, quando sono scesa. Con contorni di crunch, gnam e carta stropicciata.
Sono rimasta chiusa in bagno, ma, fortunatamente mi hanno tirato fuori prima che la crisi isterica mi rendesse impossibile ripresentarmi dignitosamente al vagone.
In compenso ho visto tanti libri. La ragazza che avevo difronte leggeva “Come inciampare nel principe azzurro” di Anna Premoli. Ne ignoravo l’esistenza, poi ho scoperto essere il caso letterario dell’anno. Un romanzo rosa con suggestioni internazionali, ho letto. Il masticatore un Murakami. Ho intravisto un Camilleri e un Pennacchi.
A un certo punto ho alzato gli occhi è un led ci informava che stavamo viaggiando alla bellezza d 300 km orari. Confesso un po’ di strizza, in fondo resto una ragazza nata ai bordi di periferia. Ah, per motivi non chiari al bar avevano solo tè e cioccolato caldo.
C’è da dire però che il personale è di una imbarazzante gentilezza e tutto è lindamente pulito. Oltre ad essere partiti e arrivati in perfetto orario.
Sono anche riuscita a non perdermi nella stazione di Bologna. E sul regionale Bologna – Parma ho visto il bambino cinese più bello del mondo. Un fagottino tutto in grigio. Questo post è molto poco natalizio, ma so per esperienza che la vigilia della vigilia in genere non lo è quasi mai.
Comunque sono arrivata sana e salva.
Tutti questi libri sono come un assaggio e nulla più quindi sono andata in panico sulla ricetta. Che faccio, viro sul panino? Sul panino no, ma sul pane si e mi sono ricordato di una cena dove ho assaggiato il pane all’uvetta, una ricetta del Trentino, ma credo si faccia ovunque, che può essere usato anche come antipasto, oppure per accompagnare un caffè, la merenda, una pausa, se mai ce ne saranno in questi giorni di festa! Comunque per farlo servono:
Ingredienti per 4 persone
500 g di farina 00
70 g di uvetta
20 g di lievito di birra
2 cucchiai di zucchero
1 uovo
1,5 dl di latte
granella di zuccheroburro per lo stampo
1 albume
Sbriciolate il lievito di birra in una ciotolina, aggiungete una tazzina di acqua tiepida, 1 cucchiaio di farina e fate lievitare per circa 10 minuti. Setacciate la farina rimasta a fontana sulla spianatoia, unite il lievito sciolto, lo zucchero, l’uovo e il latte tiepido e lavorate energicamente l’impasto per amalgamare il tutto finché non diventerà liscio e omogeneo. Coprite con un canovaccio e lasciate riposare per un’ora in luogo caldo.Fate rinvenire l’uvetta in acqua tiepida e, quando si sarà ammorbidita, scolatela e strizzatela. Trascorso il tempo di lievitazione dell’impasto, lavoratelo ancora unendo le uvette ammorbidite; dividete la pasta in quattro e formate altrettante pagnottelle. Imburrate un teglia da forno, disponete i panini alla distanza di almeno 5 cm uno dall’altro, spennellateli con l’albume leggermente sbattuto e cospargeteli con un poco di granella di zucchero; lasciateli lievitare ancora in luogo caldo per circa un’ora. Passate i panini nel forno caldo a 180 °C per 20-25 minuti o finché la superficie risulterà leggermente dorata e serviteli preferibilmente caldi.Sbriciolate il lievito di birra in una ciotolina, aggiungete una tazzina di acqua tiepida, 1 cucchiaio di farina e fate lievitare per circa 10 minuti. Setacciate la farina rimasta a fontana sulla spianatoia, unite il lievito sciolto, lo zucchero, l’uovo e il latte tiepido e lavorate energicamente l’impasto per amalgamare il tutto finché non diventerà liscio e omogeneo. Coprite con un canovaccio e lasciate riposare per un’ora in luogo caldo. Fate rinvenire l’uvetta in acqua tiepida e, quando si sarà ammorbidita, scolatela e strizzatela. Trascorso il tempo di lievitazione dell’impasto, lavoratelo ancora unendo le uvette ammorbidite; dividete la pasta in quattro e formate altrettante pagnottelle.Imburrate un teglia da forno, disponete i panini alla distanza di almeno 5 cm uno dall’altro, spennellateli con l’albume leggermente sbattuto e cospargeteli con un poco di granella di zucchero; lasciateli lievitare ancora in luogo caldo per circa un’ora.Passate i panini nel forno caldo a 180 °C per 20-25 minuti o finché la superficie risulterà leggermente dorata e serviteli preferibilmente caldi.
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