Così è nel mondo: gli uomini creano dei e venerano le loro creazioni. Sarebbe conveniente che gli dei venerassero gli uomini. (Vangelo secondo Filippo)
Calendario della Cornacchia (in attesa dell’Avvento) giorno 3
Per un periodo sono stata in collegio, a Perugia all’Onaosi
(il collegio dell’Ordine dei Medici). E’ in via della Cupa, e io stavo al piano delle Streghe (e avrei già detto tutto). Il mese più bello era dicembre, un po’ perché saremmo tutte tornate a casa, un po’ perché addobbavano piani e sale comuni con alberi e ammennicoli vari, un po’ perché c’era la famigerata “festa al maschile”. Avevano una struttura più bella, quelli, i maschi, con un grande salone per le feste. Insomma era un’occasione di “promiscuità”.
Il più del tempo, infatti, vivevamo in un gineceo coatto. Un anno fui inserita anche nel coro. Fu l’anno in cui mettemmo in scena Happy Xmas (War is over) di John Lennon. Una cosa pietosa con noi vestite di rosso. Ma divertente, in ogni caso. Una volta passato l’imbarazzo. Molto dopo l’imbarazzo. Al ritorno dalle vacanze di natale, un modo per tenere lontana la malinconia della lontananza era il Pandoro, ma non un Pandoro semplice, eh no. Il Pandoro “Galattico”. Ci sentivamo al telefono prima (la giurassica idea di esser venuta su in periodi in cui gli smartphone non esistevano e i computer non erano ancora fondamentali, mi fa un po’ paura a volte) e ci mettevamo d’accordo su chi doveva portare cosa.
La ricetta è facile facile questa volta.
Servono:
uno o più pandori
nutella
mascarpone
5 o 6 cucchiai di zucchero vanigliato
2 uova
un coltello
Si taglia il pandoro orizzontalmente, si staccano le fettine. A parte si montano i tuorli con lo zucchero, fino a farli diventare spumosi, ci si aggiunge il mascarpone e i bianchi dell’uovo montati a neve. Poi si spalmano le fettine, con calma che non si sfaldino, uno strato alla nutella, uno con la crema al mascarpone. Si ricompone, a stella se si vuole essere artistici, lo si rimette nella busta trasparente, lo si ricopre di zucchero vanigliato, lo si agita e lo si mette su un termosifone a riscaldare. Quando è bello caldo, un attimo prima che la plastica si squagli, si taglia. E si mangia.
Non credo di averne mangiato più da allora.
Al Pandoro Galattico leggo indissolubilmente America Gods di Neil Gayman. Un libro fantasmagorico che racconta lo scontro tra gli dei della classicità, guidati da Odino e gli dei “moderni” guidati dalla tecnologia. Un libro sul giorno del giudizio nel quale si terrà la battaglia campale, senza che ci sia un buono o un cattivo. Solo mondi diversi incompatibili tra loro. Un libro sulla memoria che si perde, sulla fede (perduta, ritrovata) e sulla fedeltà (al mito, agli eroi). Sulle ombre e il passato. La morte e la vita oltre. Sui trucchi e la magia. Sul credere.
Ah, è un fantasy.
Così è nel mondo: gli uomini creano dei e venerano le loro creazioni. Sarebbe conveniente che gli dei venerassero gli uomini. (Vangelo secondo Filippo)
Calendario della Cornacchia (in attesa dell’Avvento) giorno 3
Per un periodo sono stata in collegio, a Perugia all’Onaosi (il collegio dell’Ordine dei Medici). E’ in via della Cupa, e io stavo al piano delle Streghe (e avrei già detto tutto). Il mese più bello era dicembre, un po’ perché saremmo tutte tornate a casa, un po’ perché addobbavano piani e sale comuni con alberi e ammennicoli vari, un po’ perché c’era la famigerata “festa al maschile”.
Avevano una struttura più bella, quelli, i maschi, con un grande salone per le feste. Insomma era un’occasione di “promiscuità“.
Il più del tempo, infatti, vivevamo in un gineceo coatto. Un anno fui inserita anche nel coro. Fu l’anno in cui mettemmo in scena Happy Xmas (War is over) di John Lennon. Una cosa pietosa con noi vestite di rosso. Ma divertente, in ogni caso. Una volta passato l’imbarazzo. Molto dopo l’imbarazzo.
Al ritorno dalle vacanze di natale, un modo per tenere lontana la malinconia della lontananza era il Pandoro, ma non un Pandoro semplice, eh no. Il Pandoro “Galattico”.
Ci sentivamo al telefono prima (la giurassica idea di esser venuta su in periodi in cui gli smartphone non esistevano e i computer non erano ancora fondamentali, mi fa un po’ paura a volte) e ci mettevamo d’accordo su chi doveva portare cosa.
La ricetta è facile facile questa volta.Servono:
uno o più pandori
nutella
mascarpone
5 o 6 cucchiai di zucchero vanigliato
2 uova
un coltello
Si taglia il pandoro orizzontalmente, si staccano le fettine. A parte si montano i tuorli con lo zucchero, fino a farli diventare spumosi, ci si aggiunge il mascarpone e i bianchi dell’uovo montati a neve. Poi si spalmano le fettine, con calma che non si sfaldino, uno strato alla nutella, uno con la crema al mascarpone. Si ricompone, a stella se si vuole essere artistici, lo si rimette nella busta trasparente, lo si ricopre di zucchero vanigliato, lo si agita e lo si mette su un termosifone a riscaldare.
Quando è bello caldo, un attimo prima che la plastica si squagli, si taglia. E si mangia. Non credo di averne mangiato più da allora.
Al Pandoro Galattico leggo indissolubilmente America Gods di Neil Gayman. Un libro fantasmagorico che racconta lo scontro tra gli dei della classicità, guidati da Odino e gli dei “moderni” guidati dalla tecnologia. Un libro sul giorno del giudizio nel quale si terrà la battaglia campale, senza che ci sia un buono o un cattivo.
Solo mondi diversi incompatibili tra loro. Un libro sulla memoria che si perde, sulla fede (perduta, ritrovata) e sulla fedeltà (al mito, agli eroi).
Sulle ombre e il passato. La morte e la vita oltre. Sui trucchi e la magia. Sul credere, fortissimamente.
Ah, è un fantasy.