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 “Lo sai perché mi piace cucinare?” “No, perché?” “Perché dopo una giornata in cui niente è sicuro, e quando dico niente voglio dire n-i-e-n-t-e,  una torna a casa  e sa con certezza che aggiungendo al cioccolato rossi d’uovo, zucchero e latte l’impasto si addensa: è un tale conforto!” (Meryl Streep da  “Julie & Julia”)
Calendario della Cornacchia (in attesa dell’Avvento) giorno 2 
Un anno mia madre decise di fare il panettone in casa.
O meglio, l’idea fu di mio padre che lesse una ricetta su uno degli svariati giornali di cucina che da sempre affollano casa mia (da moooolto prima che diventasse una moda). Fu un dicembre divertentissimo, io ero tornata a vivere dai miei quindi seguii con (decrescente) entusiasmo tutte le fasi della creazione, dall’acquisto dell’occorrente, alla preparazione, fino alla messa in  forno. L’assaggio primo spettava al babbo. Se ne sfornarono ingenti quantità. Alcuni davvero eccezionali, altri, per evidenti problemi di lievitazione, meno, avevano l’altezza di una pitta. Schiacciate di panettone, che in ogni caso mangiammo. Tutta la mia grande, grossa famiglia li mangiò. Ricordo che per riscaldare l’impasto venivano disseminati sui vari termosifoni di casa. Era tutto un “Cresce?”, “Si è seduto?” neanche fosse l’ultimo dei soufflé. Alla prova madre, il pranzo del 25, arrivò in perfetta forma. Tondo, morbido, con tanta uvetta e un fiocco rosso a stringerlo d’affetto. Mangiarlo sembrò quasi un sacrilegio. Quasi. (Neanche l’assalto ai forni nella manzoniana Colonna Infame)
Avviso, fare il panettone in casa è difficile. Occorre armarsi di tanta, tanta pazienza. Deve essere lasciato riposare e lievitare. Servono due impasti, i macchinari giusti. La sveglia notturna per controllare la lievitazione e mentre fai tutto in sottofondo devi mettere un classico cd di Bublè con le canzoni natalizie. 
E’ una ricetta che sconsiglio a chi va di fretta. Per fare il panettone a casa, bisogna prendersi il tempo giusto. Se non lo avete, compratelo. Che in giro ce ne sono di ottimi. 
Quell’anno, però, l’anno in cui andò in onda “Il panettone in casa Borgogno”, fu un anno a cinque stelle (e neanche un fanculo)
Ingredienti: 
800 g di farina, metà Manitoba, metà 00
15 g di lievito
150 g di burro
4 uova intere e 3 tuorli 
450 g di zucchero
80 g di canditi
50 g di uvetta
30 g di zucchero vanigliato
60 ml di latte
Un pizzico di sale
Ripeto, ci servono due giorni e tre distinte fasi di preparazione.
Salto quindi la descrizione, sennò a leggere il post ci arriva l’Avvento tra il capo e il collo, e invece io vi voglio consigliare la lettura di un libro giallo (sono la mia debolezza) questo è scritto a più mani, edito da Mondadori, “Giallo Panettone” il titolo. Nove storie, nove racconti che ruotano intorno al cibo, una ricetta segreta, un alimento. A legarli il Natale. Pagine feroci, con dolcezza. Racconti che spaziano per l’Italia, dal Nord al Sud, tra passato e presente. “Dal macello del maiale alla cottura dell’astice, tra le cipolle rosse e dolci di Tropea per la caponata e la preparazione di una pasta sfoglia a regola d’arte per lo strudel, tra lasagne fumanti e minestroni fatali, questi nove racconti ci apparecchiano davanti un’insolita tavolata natalizia, ma nel pieno rispetto della migliore tradizione culinaria del nostro paese. Il tutto è innaffiato da abbondante rosso di Montepulciano. E non può mancare il caffè, protagonista di ben due racconti, per chiudere in bellezza questa grande abbuffata per stomaci forti”. (da Wuz.it) 
Lettura perfetta mentre aspettate che il vostro panettone lieviti. 
O mentre avendolo comprato già fatto, ne mangiate una fetta. O più. Fette. 

 “Lo sai perché mi piace cucinare?”
 “No, perché?”
“Perché dopo una giornata in cui niente è sicuro, e quando dico niente voglio dire n-i-e-n-t-e
 una torna a casa  e sa con certezza che aggiungendo al cioccolato rossi d’uovo, zucchero e latte l’impasto si addensa.
 E’ un tale conforto
” (Meryl Streep da  “Julie & Julia”)

 

 

Calendario della Cornacchia (in attesa dell’Avvento) giorno 2
 

Un anno mia madre decise di fare il panettone in casa. O meglio, l’idea fu di mio padre che lesse una ricetta su uno degli svariati giornali di cucina che da sempre affollano casa mia (da moooolto prima che diventasse una moda). Fu un dicembre divertentissimo, io ero tornata a vivere dai miei quindi seguii con (decrescente) entusiasmo tutte le fasi della creazione, dall’acquisto dell’occorrente, alla preparazione, fino alla messa in  forno. L’assaggio primo spettava al babbo.
Se ne sfornarono ingenti quantità. Alcuni davvero eccezionali, altri, per evidenti problemi di lievitazione, meno, avevano l’altezza di una pitta.
Schiacciate di panettone, che in ogni caso mangiammo. Tutta la mia grande, grossa famiglia li mangiò.
Ricordo che per riscaldare l’impasto venivano disseminati sui vari termosifoni di casa. Era tutto un “Cresce?”, “Si è seduto?” neanche fosse l’ultimo dei soufflé.
In ogni caso alla prova madre, il pranzo del 25, arrivò in perfetta forma. Tondo, morbido, con tanta uvetta e un fiocco rosso a stringerlo d’affetto.
Mangiarlo sembrò quasi un sacrilegio. Quasi. (Neanche l’assalto ai forni nella manzoniana Colonna Infame)
Avviso, fare il panettone in casa è difficile. Occorre armarsi di tanta, tanta pazienza. Deve essere lasciato riposare e lievitare. Servono due impasti, i macchinari giusti. La sveglia notturna per controllare la lievitazione e mentre fai tutto in sottofondo devi mettere un classico cd di Bublè con le canzoni natalizie.
E’ una ricetta che sconsiglio a chi va di fretta. Per fare il panettone a casa, bisogna prendersi il tempo giusto. Se non lo avete, compratelo. Che in giro ce ne sono di ottimi. 
Quell’anno, però, l’anno in cui andò in onda “Il panettone in casa Borgogno”, fu un anno a cinque stelle (e neanche un fanculo)

Ingredienti: 
800 g di farina, metà Manitoba, metà 00
15 g di lievito
150 g di burro
4 uova intere e 3 tuorli 
450 g di zucchero
80 g di canditi
50 g di uvetta
30 g di zucchero vanigliato
60 ml di latte
Un pizzico di sale

Ripeto, ci vogliono  due giorni e tre distinte fasi di preparazione.
Salto quindi la descrizione, sennò a leggere il post ci arriva l’Avvento tra il capo e il collo, e invece io vi voglio consigliare la lettura di un libro giallo (sono la mia debolezza) Questo è scritto a più mani, edito da Mondadori, “Giallo Panettone” il titolo.
Nove storie, nove racconti che ruotano intorno al cibo, una ricetta segreta, un alimento. A legarli il Natale. Pagine feroci, con dolcezza.
Racconti che spaziano per l’Italia, dal Nord al Sud, tra passato e presente.
“Dal macello del maiale alla cottura dell’astice, tra le cipolle rosse e dolci di Tropea per la caponata e la preparazione di una pasta sfoglia a regola d’arte per lo strudel, tra lasagne fumanti e minestroni fatali, questi nove racconti ci apparecchiano davanti un’insolita tavolata natalizia, ma nel pieno rispetto della migliore tradizione culinaria del nostro paese. Il tutto è innaffiato da abbondante rosso di Montepulciano. E non può mancare il caffè, protagonista di ben due racconti, per chiudere in bellezza questa grande abbuffata per stomaci forti”. (da Wuz.it) 
Lettura perfetta mentre aspettate che il vostro panettone lieviti. O mentre avendolo comprato già fatto, ne mangiate una fetta. O più. Fette. 

 

ps quest’anno il panettone in casa è stato fatto anche da mia cugina la gnapina Emi. In foto sembra bellissimo. Quindi dal 2013 inaugureremo la tradizione del “Panettone di casa Massoni – Vanore”, ad maiora :-*
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