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E’ ormai ben noto che la scoperta del Viagra, come farmaco efficace per risvegliare l’ardore sessuale maschile, sia stato un caso eclatante di serendipity. I benefici del citrato di sildenafil furono infatti scoperti quasi per caso dai ricercatori della casa farmaceutica Pfizer, mentre cercavano un farmaco per curare l’angina pectoris. Inutile dire che questa scoperta non pianificata ha fatto la fortuna di quella multinazionale del farmaco, oltre che la felicità di tante persone che si erano rassegnate ad una vita ormai senza ardori.
Oggi non sappiamo se la serendipity potrà giocare un ruolo nella ricerca della cura del colesterolo, ma certamente sappiamo che c’è in atto una specie di corsa all’oro anche in questo settore. Una gara scientifica che potrebbe riservare molte sorprese. Una corsa che vede ancora impegnata la Pfizer, ma questa volta in gara con almeno altri due grandi gruppi farmaceutici: Amgen e Sanofi. La gara che questi “signori del farmaco” stanno correndo avrà come premio il mercato dei cardiopatici e di tante altre persone che hanno nel colesterolo, specialmente in quello detto “cattivo”, il nemico principale.
La sigla è LDL (low-density lipotrotein) e indica quella parte del colesterolo che è una causa primaria di infarto e di altre malattie cardiovascolari. Negli adulti il suo valore è molto spesso superiore a 100 mg/dL e raramente viaggia sotto i 50 mg/dL. Eppure poco meno di dieci anni fa, alcuni ricercatori, dopo molte indagini, hanno scovato due donne sulla trentina, una negli USA e un’altra nello Zimbabwe, con valori sorprendentemente bassi di colesterolo LDL: circa 15 mg/dL. Praticamente un miracolo! Anche perché ambedue hanno ereditato dai loro rispettivi genitori una rara mutazione genetica che sembra sia all’origine di questo bassissimo valore di LDL.
Inutile dire che tutto è partito da quella scoperta e che le tre multinazionali del farmaco si sono buttate a capofitto in una maratona per sperimentare un farmaco che crei in chi lo assume lo stesso effetto che la mutazione genetica ha creato in quelle due donne fortunate: un bassissimo livello di colesterolo LDL. Il mercato di questo farmaco è immenso (forse un quarto della popolazione mondiale potrebbe essere interessato al suo uso) e saranno certamente immensi anche i guadagni di chi per primo sarà capace di farlo arrivare sui banchi delle farmacie.
Le sperimentazioni che si stanno facendo sembra stiano dando risultati molto interessanti anche in persone resistenti alle statine. I pazienti su cui si sta sperimentando la cura hanno visto i loro livelli di LDL diventare molto bassi. Rimane naturalmente il timore di effetti collaterali che vanno verificati con attenzione prima di poter iniziare la vendita di questa nuova medicina che potrebbe salvare molte vite, soprattutto tra i pazienti cardiopatici e quelli con precedenti familiari importanti.
La corsa all’oro è in atto e non si ha certezza su chi dei tre concorrenti sarà il vincitore finale. Anche in questo caso una buona dose di serendipity potrebbe fare la differenza.
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