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Che sia Cornacchia o Cous Cous, sto sempre sul pezzo (…). Ieri arrischiavo un irriverente paragone tra John Holmes (il re del porno, l’uomo con la terza gamba) e la virilità (modesta) dei Bronzi di Riace, oggi leggo di genti marchigiane, pruriginosi e casti cittadini di Fermo, indignati per la nudità dei Guerrieri venuti dalle acque (ECCO L’ARTICOLO). Nudità loro visibile grazie alla riproduzione delle statue in una piazza a opera di un ristoratore. Se non facesse piangere, ci sarebbe da ridere davanti alla decisione della locale soprintendenza (con la s minuscola che più minuscola non si può) di far rimuovere le statue per “questioni di decoro urbano e rispetto”. Naturalmente, immagino, nessuna di codeste persone ha mai lasciato la ridente e bigotta cittadina per andare a vedere, chessò, la Cappella Sistina. Che lì, di ignudi, c’è pieno. In chiesa. Vergogna!
Sono senza una casa da più di mille giorni (la matematica non sarà mai il mio mestiere e il lavoro da ragionieri lo lascio ai Giornalisti, con la G in grassetto).
Lo scorso anno, in un orrendo (me lo si lasci dire) spot, che avrebbe dovuto promuovere l’immagine della Calabria nel resto del mondo (l’Italia, ad intenderci) tentavano, giustamente, di darsela a gambe, alla chetichella (figuriamoci, due cristoni di siffatte diemnsioni) mentre si giocavano alla morra se andare al mare o in montagna. Ovunque pur di non giacere più, sdraiati come la Bella Addormentata, chiusi in due teche a Palazzo Campanella (sede del consiglio regionale, a Reggio Calabria).
Hanno fatto lì Natali e Pasque. Sono passati estati e inverni.
Lì, soli, passeranno il loro quarantunesimo anno dacchè furono rinvenuti, era il 16 agosto del 72, nelle acque di Riace, come Veneri con gli attributi.
Sono rimasti soli i Bronzi. Non sono più alla moda i bronzi. Non se li ricorda nessuno, i Bronzi. Una leggenda metropolitana narra portino sfortuna, sarà per quello.
Pertini li ha adorati. La loro prima esposizione a Firenze, dopo i primi, lunghi, otto anni di restauro fu un evento. Correvano gli anni ’80 e la gente faceva la fila per vederli. Fila vera. Io, da Rossano con furore, li vidi a Reggio nel loro museo, durante una gita. Era una tappa d’obbligo per noi studenti calabresi di un tempo. Ora non più. Certo appena li vedemmo, nudi e senza difese, tutti guardammo lì. Si era innocenti, sul finire degli Ottanta. Ovviamente si rimase delusi. Erano gli anni di John Holmes (innocenti, ma si stava sul pezzo, noi. Googlate, se il nome nulla vi dice). Ci mancava il senso della proporzione. Varrebbe la pena di dar loro un’occhiata solo per quello (scherzo, l’arte è cosa seria, dicono).
Noi ci mettiamo il cuore, come recitava Rino Gattuso di bianco descamisado in un altro orrendo spot pro Calabria estiva. Voi, venite a vederli. Sono maschi, sono belli. Facciamoli tornare di moda. E ridiamo loro una casa e una posizione eretta.
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