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«È nato nu criaturo, è nato niro, e ‘a mamma ‘o chiamma Ggiro, sissignore ‘o chiamma Cgiro». Ciro è il Pd. La creatura è nata, dopo un lungo travagliatissimo parto, il 14 ottobre 2007. I suoi genitori naturali sono i post-comunisti e i post-democristiani (di sinistra). E poi qualche semenza è stata donata dai laici: socialisti, liberali, repubblicani. Questo è l’ album di famiglia. Questo è il partito che, di volta in volta, ha divorato i suoi figli. Da Romando Prodi a Walter Veltroni a Dario Franceschini. E neanche Pier Luigi Bersani se la passa bene. Questo sogno, dall’intuizione di Prodi alla bonomia di Bersani passando per l’I care del lingotto veltroniano, è stato condizionato dal dilemma: Socialdemocrazia o New Deal. Socialismo europeo o neo-popolarismo? L’equivoco dura da oltre cinque anni. E dopo la sconfitta elettorale, o se si preferisce dopo la mancata vittoria, il Pd si trova sull’orlo di una crisi di nervi. Perché? Per la sconfitta? Certo. Ma anche perché il grosso dell’ apparato si trova tra i piedi un personaggio che non ha mai amato e che oggi, a maggior ragione, non ama ritenendolo un intruso. Matteo Renzi. E, quindi, siamo alla vigilia del redde rationem. La resa dei conti. Quali conti? Una parola che in queste ore tutti esorcizzano. La scissione. Tutti la negano. Ma tutti la preparano per non trovarsi impreparati nel caso la situazione dovesse precipitare. Per adesso non succede niente e speriamo che non accada niente perché il Pd, con tutti i difetti che può avere, è e resta l’ unico partito veramente democratico esistente in Italia. Perché buttarlo dalla rupe? Da qui l’appello dell’altro giorno di Walter Veltroni di non uccidere la creatura. Come dice l’ adagio: buttare l’acqua sporca con tutto il bambino. In realtà può accadere di tutto. Intanto, bisogna attendere l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Chi sarà il premier incaricato? Che tipo di governo si farà? Sarà abolito il Porcellum? Ci saranno elezioni anticipate e quando? Insomma, tante domande con tanti se. Ma, nel frattempo, le truppe a terra si stanno riposizionando in assetto da combattimento. I plenipotenziari di Sel, degli ex Ds e dei socialisti si vedono quotidianamente per gettare le basi per costruire il nuovo Partito socialdemocratico. Dall’altra parte i renziani (e non solo i renziani) non stanno fermi. Speriamo che sia solo un brutto sogno. O forse una semplice canzone: Tammuriata nera.
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