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Persino le mie ansie hanno l’ansia… Charlie Brown
Confesso: ho l’ansia da post. A dire il vero ho l’ansia da tutto, per anni sono stata uno dei peggio riusciti spot per lo xanax (lo mandavo giù come si fa con le mentine) questo prima di convertirmi all’omeopatia e ingurgitare improbabili pasticche dai nomi esotici. Il tutto per tenermi l’ansia, ovviamente.
Ne invento sempre di nuove, ora, a parte quel modesto problema di inoccupazione, o forse proprio per quello, mi sono fatta venire l’ansia da blog.
Quanti post metto o devo mettere, quanto sono interessanti. Qualcuno li leggerà? Dovrei mica far come tutti e parlar di politica (del Pd in particolare e/o dei grillini, in alternativa grunge cittadina). Il sesso? Sì, sì gli argomenti hot tirano sempre (…). Forse dovrei lanciarmi in ardite elucubrazioni economiche.
E il sociale? ‘Ndo lo metti il sociale? E i libri, le recensioni, la cultura alta (quella che fa tremar polsi e intelletto, a capirsi).
Le scie chimiche? La meritano la mia attenzione e quindi quella dei miei 25 lettori (so’ acculturata dal liceo io, neh)
Insomma, mi ci scoppia la testa a furia di riempirmi di domande. Più che altro perchè non mi rispondo. Glisso.
Poi c’è che devo anche studiare, dopo anni che ne avevo dismesso di panni. A esser sinceri anche quando gli indossavo, quelli da studentessa intendo, non ero mica ‘sto granchè eh
Sono una dalla memoria breve, leggo, mando giù e dimentico. Ma qui c’è una marea di roba da mandar giù. Mica lo so se je la faccio.
Il tutto poi per aver il brivido (caldo) di diventare una inoccupata professionista. A quarant’anni suonati. Mica cotiche.
Roba da fumata bianca alla prima seduta. Un rapido conclave in commissione e via.
Che se anche il nero sfina, se poi mi bocciano poi ci resto male.
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