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Vengono chiamate plance elettorali quelle vele di latta che ospitano i manifesti elettorali.
Ora che la campagna elettorale sta per entrare nel vivo le nostre strade e piazze sono piene
di questi spazi che appunto ospitano i manifesti elettorali. Che però non ci sono. Come
eravamo abituati sino a qualche tempo fa. C’è stato il crollo dei manifesti. Perché?
Semplice: perché il Porcellum, che nomina e non elegge i parlamentari, ha anche provocato
questo danno. Tipografi, grafici, designer, pubblicitari, creativi, attacchini sono allo
sbando. Stremati. Non hanno commesse. Il lavoro è crollato quasi dell’80 per cento. Restano
in piedi i santini che sono distribuiti con parsimonia per non infastidire i cittadini.
L’unico aspetto positivo è che troviamo sempre di meno davanti ai nostri occhi certi brutti
musi, le facce degli impresentabili, i volti dei soliti noti, spesso cariatidi impenitenti.
Certo, l’ambiente si era svecchiato, ma almeno, tanto per fare un esempio, ai calabresi è
stata risparmiata l’immagine tridimensionale di Scilipoti.
No ludi, no loqui, non plance.
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