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“Cu manìa non penìa”, dice un vecchio adagio calabrese. Chi maneggia non soffre. Quest’assunto connota la presenza di Alfredo D’Attore nelle liste del Pd.
Una cooptazione che forse è avvenuta a sua insaputa, visto che ha detto sempre di non volersi candidare in Calabria.
A Rosy Bindi il premio alla carriera sarà consegnato a Reggio Calabria. Anche lei candidata a sua insaputa.
Gli aspiranti candidati sono in allarme. Una pletora di naufraghi, orfani, reduci, dispersi,
cariatidi, ascari, ripescati, resuscitati, transfughi, pontieri, pompieri cercano
“garanzie”.
Ma, come diceva Clint Easstwood, citato da Giorgia Meloni, «Se vuoi la garanzia, compra un
tostapane».
Il Pd ha il lato destro scoperto. Pressing di Bersani su Renzi a cui fa gli occhi di
triglia. Ma il sindaco di Firenze ha risposto alle avance del Pd in questo modo: «E’ più facile che l’Albinoleffe vinca lo scudetto che io mi candidi».
E’ finito il tempo delle vedove. Ora vanno di moda le prefiche.
Il prof. Ichino lascia il Pd. Della serie “ecchissenefrega”.
In un momento di megalomania Stefano Fassina ha detto: «Bersani ha sposato la mia linea».
Le parlamentarie si svolgeranno con lo skipass. L’invenzione del secolo.
Ignazio La Russa vorrebbe che i due Marò si candidassero con lui. Storace pure. La Santanchè non ha il coraggio di dirlo.
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