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COSENZA – Chiuso nel carcere di Nuoro, il boss Franco Perna, pluri-condannato, oggi settantunenne, da otto giorni ha intrapreso lo sciopero della fame e la rinuncia all’assunzione delle medicine, mettendo in concreto pericolo la propria vita. Una scelta assunta dopo il trasferimento dal carcere di Secondigliano di Napoli, a quello sardo. 

Una detenzione di diciotto anni ininterrotti, dieci dei quali a Cuneo, poi il trasferimento in Sardegna, che considera troppo lontana per mantenere un contatto con i suoi familiari. L’appello per un suo avvicinamento lo fa la moglie Caterina Palermo, secondo la quale il marito è «gravemente ammalato di cuore e soffre di pressione alta, patologie che necessitano dell’assunzione di medicine». «Mio marito – dice Caterina – sta pagando il suo conto alla giustizia, ma reputo violenta la scelta di rinchiuderlo nel penitenziario sardo».

Franco Perna è stato uno dei più pericolosi esponenti della ‘ndrangheta cosentina: il clan che faceva riferimento a lui è stato contrapposto in una sanguinosa guerra di mafia alla cosca dei Pino-Sena. L’ultima condanna a Franco Perna è quella ricevuta in Appello nell’ambito del processo Missing. A lui erano contestati ben nove omicidi, ma per sette di questi è stato assolto e l’ergastolo per lui è stato confermato per quello eccellente del direttore del carcere cosentino, Sergio Cosmai, e per Bartolomeo.

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