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ISOLA CAPO RIZZUTO – Umberto Ferrari, responsabile di Libera a Crotone, è su un trattore. A Isola Capo Rizzuto, dove il potere del clan Arena si insinua in ogni angolo, non c’è tempo da perdere. È lo stesso Ferrari a confermarlo al “Quotidiano” durante una telefonata: «Stiamo lavorando, vogliamo finire prima che facciano altri danni». Il giorno dopo l’ennesima intimidazione ai danni dei terreni di Libera confiscati alla cosca Arena, è partita la corsa contro il tempo. Gestire in queste zone i beni confiscati vuol dire anche questo. Devi andare avanti sapendo che da un momento all’altro può arrivare una vendetta, un gesto di ritorsione, un tentativo di rimettere in discussione i ruoli. La ‘ndrangheta non accetta di essere sconfitta, e ancora meno tollera che qualcuno possa impadronirsi dei suoi averi.

Così, ad Isola Capo Rizzuto, in una settimana, due terreni coltivati dai volontari dell’associazione di don Ciotti sono andati in fumo. Prima la cicerchia, poi l’orzo. Distrutti dalle fiamme appiccate ad arte, nei giorni della mietitura. Ma Umberto Ferrari e i suoi giovani non ci stanno.

«Domenica arriverà un altro gruppo di volontari – ha detto – c’è altro lavoro da fare su un terreno che una ventina di giorni fa è stato interessato da un altro incendio. In quel caso non si è trattato di un rogo doloso, ma delle fiamme partite da molto lontano e che, attraverso un bosco, sono arrivate fin da noi. Ora dobbiamo rimettere a posto questa zona». Alla violenza mafiosa, che prova a confermare la propria supremazia, ribatte la testardaggine dei ragazzi di Libera. Nell’ultimo attentato incendiario, racconta Ferrari, sono andati distrutti due ettari di orzo, così come ha potuto registrare il Corpo forestale al termine delle verifiche, ma questo non basta per fermare Libera. Così, in poche ore è stato terminato il raccolto di quello che non è andato in fumo, e oggi si prosegue con il grano.

E’ una corsa contro il tempo ma, soprattutto, è una gara in cui occorre fare prevalere la legalità. Perché anche ad Isola Capo Rizzuto la ‘ndrangheta possa comprendere che contro la forza di tanti giovani non bastano né le armi, né il fuoco. C’è voglia di riscatto e giustizia. E Libera non vuole perdere la sfida. 

 

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