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VIBO VALENTIA – Un’intimidazione è stata compiuta ai danni dell’imprenditore di Vibo Valentia Vincenzo Ceravolo, che negli anni scorsi ha denunciato per estorsione un boss del clan Mancuso di Limbadi. Ignoti hanno affisso, negli spazi riservati agli annunci mortuari vicino a piazza Municipio di Vibo, un articolo del Quotidiano della Calabria di alcuni giorni fa su cui era scritto che l’ufficio centrale di protezione ha disposto la revoca della scorta a Ceravolo a far data dal 15 luglio prossimo. L’articolo è stato notato stamani da alcuni passanti che hanno informato la redazione del quotidiano i cui giornalisti hanno fotografato la fotocopia affissa al muro ed avvertito la Questura. Quando gli agenti sono giunti sul posto, però, la fotocopia dell’articolo era stata rimossa. Ceravolo, in ogni caso, ha presentato una denuncia in Questura.
L’imprenditore vibonese fu il primo a denunciare il clan potentissimo e grazie anche alle sue testimonianze fu incastrato Pantaleone Mancuso, il capocosca detto “Luni Scarpuni”. Da allora, per lui, è iniziato un calvario.
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