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CROTONE – Gli agenti della Digos della Questura hanno individuato l’autore dell’attentato intimidatorio ai danni del Comune di Crotone, avvenuto nella tarda serata di domenica scorsa, quando nel cortile sul retro del palazzo municipale è stato lanciato uno zaino contenente alcuni grossi petardi e liquido infiammabile che hanno provocato un’esplosione e un incendio, senza comunque provocare danni a persone o cose. Si tratta di Luca Alfì, 33enne di Crotone, disoccupato, che avrebbe commesso il gesto per protesta, ritenendo le istituzioni responsabili della sua condizione di disagio economico. L’uomo è stato immortalato dalle telecamere di sorveglianza piazzate all’esterno del municipio proprio mentre lanciava lo zaino e si allontanava dalla zona. Gli investigatori della Digos hanno analizzato il filmato e individuato l’attentatore, quindi, su disposizione della Procura della Repubblica, hanno effettuato una perquisizione nella sua abitazione ,dove sono stati rinvenuti alcuni capi d’abbigliamento che Alfì indossava la sera dell’attentato, così come si ricava dalle registrazioni delle telecamere a circuito chiuso. In Questura l’uomo ha confessato di essere l’autore dell’attentato e ne ha illustrato le modalità, spiegando che il suo gesto è stato dettato dalla rabbia verso gli amministratori locali che non lo hanno aiutato a trovare un lavoro, malgrado le grosse difficoltà economiche in cui versa con la sua famiglia. Alfì è sposato e padre di un bambino. Ai poliziotti ha inoltre confessato di essere l’autore di un altro attentato, quello avvenuto il 28 dicembre dello scorso anno ai danni della sede crotonese di Equitalia, dove fu fatto esplodere grosso petardo sul davanzale di una finestra. Alfì è stato denunciato in stato di libertà per fabbricazione, detenzione, porto ed esplosione di ordigno. L’operazione è stata illustrata dal procuratore della repubblica di Crotone Raffaele Mazzotta, a detta del quale anche da questa vicenda arriva la dimostrazione che lo Stato è presente; dal questore Mario Finocchiaro, che ha dato atto del lavoro encomiabile svolto dagli investigatori della Digos, e dal dirigente della stessa Digos, Claudio Spadaro che si è soffermato sulle modalità dell’indagine

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