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L’estate è stagione di repliche, è noto. Quindi, per non essere da meno, ripropongo una Cornacchia d’annata. Cose d’altri tempi. 

Io piaccio agli uomini. A quelli sposati però. I single mi scansano, mi evitano. Neanche avessi la peste. Per farmi qualche avances uno deve essere come  minimo fidanzato a un passo dal convolare a (giuste?) nozze. Eppure lo giuro, faccio la civetta con tutti alla stessa maniera. Piego la testa, sorrido sgrano gli occhi, mi riavvio i capelli. Senza malizia. E’ vezzo la civetteria. Un peccato veniale. La mia amica e terapeuta Luisa, (unico sostegno delle mie disastrate cellule celebrali) dice che è logico, sono una donna “tremendamente impegnativa”. Ma logico de che? A maggior ragione, anzi, mi chiedo: come fa una donna “estremamente impegnativa”  come me a piacere tanto a uomini “estremamente impegnati” come loro?. Mistero, cantava anni fa Enrico Ruggeri.
Sarà che sono un po’ come Holly Golightly, quella di Colazione da Tiffany, (il film però, il libro, di Truman Capote, finisce male, e per me in fondo il lieto fine, è ancora “previsto sai gradito..”). Come lei adoro flirtare. Alla spasmodica ricerca di qualcosa. Vivo alla giornata, nascondo inconfessabili segreti (cosa che impazzire i maschi di ogni latitudine), e come Holly, sono nevrotica, leggera, insicura, da proteggere e in fondo anche da scusare. Cosa che i single detestano. Sembra. Eppure io lo vorrei tanto un uomo “tutto mio”. Anche se ogni tanto la sera finisce tardi di lavorare, e certi pranzi di lavoro si dilungano ben oltre la pausa caffè… Inezie. Minuzie. Alla fine a casa ci torna no? Quindi, non sottilizziamo. E poi quando i maschi hanno un’altra, in virtù di una loro particolare concezione del senso di colpa, diventano più gentili. Ci accompagnano a fare la spesa. Ci fanno i complimenti. Non fanno storie per buttare l’immodizia la sera. E te lo dico io. Quale migliore occasione per mandare un breve e infuocato sms? E non a noi, che aspettiamo sopra in pigiamone e ciabatte… 

Quando con il brutto bastardo (copyright Soncini da Io donna) numero due della mia vita è finita – a dire il vero per stare con me mollò un’altra praticamente sull’altare, salvo poi lasciare anche me per segretaria burina e separata… maledetta nemesi – pensavo che anche la mia vita fosse finita. In fondo eravamo stati insieme, “e non è mica un piccolo particolare”, come recita il tormentone canoro del momento. In realtà mi restava poco, qualche regalo, e un ramificato palco osseo sulla testa, che manco un cervo a primavera. Però dopo i pianti di prammatica e il giusto periodo di lutto post mihalasciatomoriròdidolore, soffocato sotto chili di nutella e haagen dazs al caramello, ho vissuto l’anno più bello della mia vita. Ho cambiato tutto. Vita, casa, lavoro, città. Mi vibravo leggera come una libellula. E’ stato allora che ho cominciato a piacere agli uomini sposati. E loro a me. Vabbè, “sono una donna”, mica “una santa”. Ma è una cosa temporanea. Finchè non (ri)trovo un uomo “tutto mio”. Che con una mano stringe la mia, con e l’altra manda sms. A un’altra. In fondo la vita è fatta di corsi e ricorsi. No?

ps ora ho un uomo tutto mio, l’immondizia la butto io la sera e le mani, le tiene in tasca. 
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