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CENTOLA-PALINURO (SA) – Sarebbe stato il fango sollevatosi all’interno della “Grotta del sangue” a far perdere l’orientamento dei quattro sub morti ieri a Palinuro, nel Cilento salernitano. Tra loro c’era anche un calabrese d’adozione, Panaghiotis Telios, di 23 anni, di origine greca ma residente insieme alla sua famiglia a Reggio Calabria. E’ stato il suo l’ultimo corpo a essere recuperato ieri sera, al termine di una giornata di vacanza che si è trasformata in una tragedia.

C’è anche una donna, tra le vittime: Susy Covaccini, di 36 anni, salernitana. Insieme a lei e al giovane Panaghiotos, Andrea Pedroni, romano di 40 anni e Douglas Rizzo, romano di 41 anni. 

L’ipotesi che a rendere fatale l’immersione in un fondale suggestivo sia stato il fango è emersa sulla base di quanto raccontato da alcuni dei quattro sopravvissuti, quelli che si erano immersi insieme ai sub rimasti intrappolati. Probabilmente, i quattro hanno percepito in tempo la situazione di pericolo perdendo però di vista gli altri quattro finiti poi incastrati nella grotta. Un quadro più definitivo emergerà dall’indagine aperta dagli uomini della Capitaneria di porto e coordinata dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania. I quattro sopravvissuti della tragedia di Palinuro sono stati ascoltati nel pomeriggio negli uffici della Capitaneria di porto dal personale della Guardia costiera.    Hanno raccontato che il fango che si è alzato ha fatto capire loro immediatamente il pericolo e così sono tornati indietro e risaliti in superficie.

Le quattro vittime avrebbero perso l’orientamento e non sono riusciti più a trovare la via d’uscita. Subito dopo che è scattato l’allarme, sul porto turistico di Palinuro si sono registrati momenti di forte tensione, con un frenetico via vai di sommozzatori e imbarcazioni che hanno fatto la spola con la grotta.  Il titolare del diving che aveva organizzato l’escursione si è buttato in mare nel disperato e inutile tentativo di recuperare i dispersi.Riemerso e risalito a bordo da solo, l’uomo è stato poi colto da un malore e ricoverato in ospedale. 

Alla fine non è rimasto altro che recuperare i corpi delle vittime: l’ultimo è stato proprio quello di Panaghiotis Telios il giovane greco trapiantato a Reggio insieme ai suoi familiari. E per loro, in riva allo Stretto, è iniziato lo strazio per una morte impensabile.

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