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LAMEZIA TERME – Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alcuni degli arrestati nell’operazione “Medusa” condotta dalla Dda di Catanzaro contro la cosca Giampà. Già in dieci ieri sono stati sottoposti agli interrogatori di garanzia, alcuni dei quali nel carcere di Reggio Calabria e di Castrovillari, dove sono rinchiusi, comparsi davanti ai gip per rogatoria. Interrogatorio di garanzia iniziati ieri e che si concluderanno martedì. 

Scena muta davanti al gip ma dichiarazioni di estraneità su quanto contestato, da parte di Domenico Chirico, detto “u batteru” (difeso da Tiziana D’Agosto), Giuseppe Giampà, Maurizio Molinaro, Aldo Notarianni, Pasqualina Bonaddio, Vanessa Giampà (difesi da Francesco Gambardella e Tiziana D’Agosto), Claudio Paola, interrogato al carcere di Reggio Calabria (difeso dagli avvocati Bernardo Marasco e Paolo Mascaro), Vincenzo Giampà (difeso da Giuseppe Spinelli). Non hanno risposto al gip anche Rosa Giampà e Angelo Paradiso, anche loro interrogati per rogatoria a Reggio Calabria, entrambi difesi dall’avvocato Antonio Larussa, difensore di fiducia di Alessandro Torcasio, l’unico dei 36 arrestati resosi irreperibile. 

Oggi sarà la volta anche di Saverio Giampà, difeso da Lucio Canzoniere e Tiziana D’Agosto, di Davide Giampà difeso da Gianluca Careri, di Vincenzo Bonaddio, Giuseppina Giampà e Luigi Notarianni, difesi da Tiziana D’Agosto. Tutti ritenuti appartenenti alla cosca ognuno con un proprio ruolo. E dalle carte dell’inchiesta emerge anche il coinvolgimento di un carabiniere in pensione (uno è in carcere e un altro è indagato, entrambi in servizio a Lamezia). Filippo Cusumano, di Parghelia (Vibo Valentia) appuntato dei carabinieri in pensione, secondo le accuse assumeva il ruolo di concorrente “esterno” della cosca Giampà. In particolare, in un momento di difficoltà della medesima organizzazione legato alla decisione di Giuseppe Angotti, marito  di Rosanna Notarianni, di collaborare con la giustizia,  si recava più volte presso l’abitazione della famiglia di Notarianni manifestando più volte il suo essere a completa  disposizione della famiglia nonchè il suo sentirsi “parte” della famiglia, riportando notizie coperte da segreto, apprese presso gli ex colleghi carabinieri, approfittando quindi della sua speciale posizione di ex carabiniere in  congedo, in ordine alla condizione di Giuseppe Angotti e delle due figlie che lo avevano seguito allorquando  quest’ultimo aveva deciso di collaborare con la giustizia e, accompagnato da Antonio e Aldo Notarianni  (quest’ultimo quando non era detenuto), a recarsi a parlare con la loro sorella Rosanna per “catechizzarla”,  gettando continuo e pesante discredito su Angotti e sulla sua scelta, attivandosi sistematicamente per dissuadere Rosanna Notarianni (poi divenuta collaboratore di giustizia come il marito) a fare lo stesso; nonché si prodigava , per prenotare, a suo nome, presso il  villaggio turistico denominato “La Baia” di Zambrone, una villetta destinata ad Aldo Notarianni. Tutto ciò nel periodo di luglio del 2009.

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