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CATANZARO – Ha risposto a tutte le domande del pubblico ministero cercando di chiarire l’iter che ha portato alla nomina “sospetta” e sui la Procura di Catanzaro ha voluto puntare i riflettori. Si è svolto oggi negli uffici del sostituto procuratore Gerardo Dominijanni titolare del fascicolo, l’interrogatorio dell’assessore al Personale della Regione Calabria Domenico Tallini. Il confronto con il pm, nel corso del quale lo stesso Tallini è stato affiancato dal suo difensore l’avvocato  Enzo Joppoli, è durato circa un’ora. Al centro dell’inchiesta la nomina di Alessandra Sarlo (moglie del giudice Vincenzo Giglio coinvolto in un’inchiesta della Dda di Milano condotta dal procuratore aggiunto Ilda Boccasini) a dirigente generale del Dipartimento controlli, settore creato dalla Giunta regionale lo scorso anno. Ed è di questo che si parlato  nel corso dell’interrogatorio quando l’assessore Tallini, secondo quanto riferito dal legale alla fine dell’interrogatorio, ha messo a disposizione del pm la documentazione dei verbali di giunta nel corso della quale è maturata la decisione di affidare il ruolo di dirigente alla stessa Sarlo. «Al magistrato – ha detto Tallini uscendo dal palazzo di giustizia – ho portato la documentazione relativa alla nomina e l’abbiamo guardata insieme affrontando le varie fasi che hanno portato alla nomina che è stata decisa collegialmente dalla Giunta regionale. Ho anche sollecitato il pm a sentire le persone che erano presenti alla riunione». 

Tallini ha ribadito anche il perché della scelta di ricorrere ad un dirigente esterno: «Dovendo nominare un dirigente che si occupasse di controllare altri dirigenti – ha spiegato  – ci è sembrato più opportuno rivolgerci all’esterno». È stato l’avvocato Enzo Joppoli a ricordare poi come l’assessore Tallini «ha risposto a tutte le domande ed offerto ampi chiarimenti, riferendo di come certe decisioni vengano prese a livello collegiale. Inoltre – ha concluso il legale – abbiamo fatto presente come non sia vero che è stata apodittica e senza motivazioni la scelta di escludere i dirigenti interni per la nomina dal momento che sussistevano motivi di opportunità per una scelta esterna visto che si trattava di nominare il controllore dei dirigenti stessi».

 

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