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Ultima Ora dal treno.
Aggiornamento in diretta: nella carrozza 9 dell’Eurostar 9373 piove, dentro. La proposta del capotreno era quella di
spostarci in massa nella carrozza 8 con l’incognita però di eventuali posti riservati a chi potrebbe salire a Napoli, Salerno o Sapri.
Degli altri poco m’interessa perchè scendo a Paola. Abbiamo rifiutato. Umidamente resitiamo. NO Train NO Rain. Poi dite che io ce l’ho con Trenitalia, ma comincio a pensare che sia il contrario.
NO RAIN NO TRAIN
SONO in trasferta al Venezia camp, robe di comunicazione digitale. Poi vi dirò.
Vorrei prima però riproporre un post di qualche tempo fa, sempre attuale e utile per fare le pulci a Trenitalia e ai disagi dalla stessa creati. Aggiungo due paroline su quanto successomi ieri. Da Paola parte alle 8.26 un freccia argento, comodissimo, che in quattro ore, arriva a Roma. Da Cosenza il sito di Trenitalia dà due opzioni utili per giungere nella città di san Francesco (ah, complimenti a chi rivoluzionato il sito, prima era l’unica cosa che oggettivamente funzionava, chiaro e preciso, ora non ci si capisce una fava).
Il primo treno con partenza alle 7.35 e arrivo alle 8.01. Un altro partente alle 7.50 e con arrivo alle 8.15. Memore dell’esperienza di cui leggerete sotto, quando per una manciata di minuti di ritardo causati da Trenitalia, persi treno e soldi, decido di partire con largo anticipo e prendere il treno delle 7.35.
Mi sveglio quindi ad un orario improponibile della notte (mattino presto per le genti normali) m’incammino da Bisanzio centro e giungo trafelata a Cosenza alle 7.20.La prima cosa che mi balza all’occhio è che il treno delle 7.50 è stato soppresso. Penso, cacchio pè na volta c’ho preso. Poi guardo meglio il tabellone e leggo che il treno delle 7.35 porta un quarto d’ora di ritardo. So’ lenta coi conti e non mi rendo subito conto, anche perchè perdo tempo a baccagliare chiedendomi come un treno che si forma a Cosenza possa portare un quarto d’ora di ritardo. Non c’è un perchè se non che il ritardo fa si che questo treno si trasformi in quello delle 7.50. 15+35 uguale 50. Inizio, in silenzio, a far scendere tutti i santi che conosco dal Paradiso. Il treno poi partirà più o meno a 45. Così, un orario a casaccio.
Sono arrivata in tempo a Paola. Altrimenti avreste letto di me stamattina in cronaca. Nera.
Io sarei stata quella portata via in manette.
Io sarei stata quella portata via in manette.
Tre minuti, solo tre per detestare Trenitalia
Non è che uno voglia per forza avere Trenitalia in antipatia è che Trenitalia fa di tutto per non farsi trovare simpatica.
Tipo, se io da Cosenza devo andare a Roma, cara Trenitalia tu non può darmi come buono un regionale che dalla Bruzia parte all’una per arrivare a Paola all’una e venti, dove all’una e trenta parte un intercity per l’Eterna. Perchè io, ma non solo io, penso che il regionale magari è un regionale veloce, messo apposta a servizio del più utile intercity. Penso che magari non ferma a Castiglione e che in venti minuti davvero arriva a Paola.
Tanto l’ho pensato che ho perso il treno per Roma.
Tredici minuti di ritardo in totale, tre fatali. Tre minuti, solo tre minuti. Ma utili a perdere l’IC 728. L’unico treno, tra l’altro, arrivato e ripartito in orario in tutta la giornata di sabato scorso.
Non è che io voglia male a Trenitalia, ma mi costringe a volergliene quando in tredici (dico e sottolineo tredici fessi che hanno creduto che in venti minuti si potesse arrivare a Paola da Cosenza) allo sportello ci sentiamo dire che il prossimo treno utile è alle 16.30 (tre ore dopo) e che, siccome il treno lo hai perso tu per tua volontà, non è previsto alcun rimborso, nè tanto meno puoi sognarti di cambiare il biglietto.
A poco vale dire alla gentile impiegata che noi il treno l’abbiamo perso per un ritardo loro, di Trenitalia intendendo, e non per colpa nostra. Cioè non è che all’improvviso a tutti e tredici è presa ‘na botta de sonno e siamo arrivati tutti e tredici in stazione tre minuti dopo la partenza del treno. No, è il regionale da Cosenza che ha portato tredici minuti di ritardo. E non aiuta sentirsi dire “eh, dovevate prendere quello prima da Cosenza”. Che, per inciso, parte alle undici per arrivare, da tabella, alle undici e cinquanta. Cioè quasi due ore prima del treno per Roma.
Non aiuta perchè il sito, e anche in agenzia, non me lo dicono che ce n’è uno prima. Lo scopro ora, ma è tardi. Appunto. Oltretutto per motivi che non so, per l’IC 724 non puoi usufruire dello offerte di carta freccia. Quindi paghi a prezzo pieno. Quindi nell’insieme ho speso quanto una prima, per viaggiare in una sorta di carro bestiame, e metterci in totale, dall’uscita da casa all’arrivo a Termini, quasi undici ore.
Roba da terzo mondo, se non quarto semmai ci fosse. Che io, poi, quello delle quattro e mezzo (arrivato a Paola con quindici minuti di ritardo e a Roma con venti) mai e poi mai lo avrei preso, perchè so per esperienza essere un carro merci riattato a trasporto persone.
Io non voglio detestare Trenitalia, è Trenitalia che mi costringe a un virulento e quanto mai motivato, odio diffuso.
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