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I neutrini sono stati di moda nei mesi scorsi, loro malgrado. Alcuni scienziati avevano ipotizzato che correvano più veloci della luce e la ex-ministra Gelmini ci aveva messo del suo immaginando di aver finanziato un tunnel tra il CERN e il Gran Sasso. Tunnel del tutto inesistente e del tutto inutile perché i neutrini attraversano la materia senza interagire o perdersi per strada. Il tunnel non serviva e meno male che il Ministero non lo aveva finanziato; sarebbero stati soldi buttati.
Maria Stella evidentemente non aveva letto il libro di Frank Close, fisico teorico all’università di Oxford,che spiega molto bene cosa sono queste ormai famosissime particelle elementari. Il titolo del libro è anch’esso elementare: “Neutrino” (Raffaello Cortina editore) e chiarisce tante cose su queste particelle timide che attraversano tutto, compresi i nostri corpi, senza fare danni, interagire o trasformarsi, tanto che i neutrini prodotti durante il primordiale Big Bang sono ancora in viaggio ai giorni nostri. Il prof. Close nel suo libro racconta gli studi teorici sui neutrini fatti da grandi fisici italiani come Fermi, Maiorana e Pontecorvo. Studi che nel tempo si sono rivelati di grande importanza anche se allora non furono molto apprezzati portando, ad esempio, Enrico Fermi (che ha coniato il nome neutrino) a cambiare settore di ricerca con i risultati ben noti nel campo della fissione nucleare.
Queste piccolissime particelle sono dovunque da sempre, ma sono così sfuggenti che è difficile catturarle. In pratica, siamo circondati ed attraversati da miliardi di neutrini, esserini semplicissimi e di lunga vita, eppure sappiamo molto poco di loro. Dopo la fase di notorietà, i neutrini torneranno ad essere dimenticati dai più anche perché in molti sono rimasti un po’ delusi poiché che non ce l’hanno fatta a superare in velocità la luce e non hanno neanche un tunnel riservato a loro. Il libro di Frank Close è un utile strumento per tutti quelli che vogliono sapere di più sul mistero dei neutrini. E’ utile anche ad evitare che solo pochi ricercatori che li studiano e li osserveranno in futuro, possano conoscere la loro vera natura. La Gelmini non sarà tra questi, ma certamente lei i neutrini non li dimenticherà mai più.
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