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Il ciclista lucano Domenico Pozzovivo con la nuova maglia della NNT

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E’ TEMPO di seconda fase in ambito corona virus e anche il mondo dello sport è pronto al secondo step. Ne abbiamo parlato con il ciclista lucano per eccellenza, Domenico Pozzovivo.
Lo scalatore della NTT è attualmente in Svizzera, dove ha affrontato la sua “quarantena” dopo essere stato ad allenarsi in Spagna ed Abu Dhabi quando la pandemia non era ancora esplosa.
Nei prossimi giorni il grimpeur di Montalbano Jonico sarà sottoposto ad un nuovo intervento chirurgico, a Lugano, per togliere un chiodo dalla tibia, ma ancora non c’è la data del ricovero, visto che tutto dipende dai protocolli per il corona virus.
Ne abbiamo approfittato, dunque, per fare con lui due chiacchiere, spaziando dal tempo libero, allo studio, passando, ovviamente, per il ciclismo, ma toccando anche il mondo del calcio e la politica, puntando anche il “mirino” su un futuro, che si spera non tanto prossimo, dopo che la bici verrà riposta in garage.

Partiamo da quella che è la condizione generale. Come sta Pozzovivo?
«La mia condizione è più che buona. Non potevo chiedere di stare meglio. Solitamente questo era il periodo della “Liegi” dove solitamente ho sempre fatto bene. Il lavoro fatto ha pagato. La condizione è quella giusta».

E il lavoro arriva da lontano, visto che Pozzovivo ha dovuto recuperare dopo il grave incidente di cui è stato vittima. Più volte sotto i ferri e anche nei prossimi giorni arriverà un altro intervento. Quando?
«Ancora non c’è la data. Spero che l’intervento possa essere fatto la prossima settimana. Tutto dipenderà dai protocolli per il corona virus. Quando la clinica sarà in sicurezza e la terapia intensiva non avrà sovraffollamento, in quel momento si procederà all’operazione. Bisogna rimuovere un chiodo dalla tibia. Fortunatamente non si tratta di un intervento impegnativo. Dovrebbe bastare una settimana per tornare ad allenarmi, in modo da non perdere lo stato di forma».

Forma che dovrà essere quella migliore per la ripresa, prevista dopo l’estate. Ma che stagione sarà? Lo abbiamo chiesto al campione lucano.
«Sarà una stagione meno prevedibile del solito. Sia perchè arriverà dopo questo periodo di stop forzato per la pandemia, sia perchè si correrà in un periodo dell’anno differente dal solito, con una situazione climatica differente rispetto alla normalità. Poi si arriverà ai grandi giri con meno chilometri di competizioni nelle gambe. Il Tour de France sarà a settembre, con un caldo simile a quello solito. Mentre il Giro d’Italia ad ottobre avrà ancora maggiori incognite. Stando al programma attuale, dovrei partecipare sia alla Liegi che al Tour».

Ma se il ciclismo ha già fissato le date della ripartenza, c’è il calcio che ancora non sa se e quando ripartire. Come vede questa vicenda della Serie A italiana?
«La questione ha un grande risalto. Maggiore è il potere economico, maggiore è il potere mediatico. Loro stanno mettendo a punto i vari protocolli, protocolli che nel ciclismo sono già in uso da tempo: come l’igienizzazione della mani con gel alcolici».

Il vostro è uno sport individuale, ma quando si corre diventa di gruppo. Come ci si comporta?
«Per gli allenamenti ci sono pochi problemi. Poi quando ci sarà la ripresa dell’attività, i passaggi in gruppo saranno inevitabili e lì la distanza sociale non potrà essere mantenuta, ma fortunatamente le nostre date sono spostate più avanti nel tempo».

E più avanti nel tempo, sono state anche spostate le Olimpiadi di Tokyo. Giusto rinviarle al 2021?
«Credo sia stata l’unica scelta possibile. Le Olimpiadi prevedono che tutti gli atleti, i dirigenti e gli addetti ai lavori, vivano tutti insieme nel villaggio olimpico. Farle quest’estate poteva essere pericoloso. Giusto rinviarle, anche perchè, per determinati sport, sarà anche possibile prepararsi al meglio per affrontarle; forse non sarà un problema del ciclismo, ma per altri sport c’è da inserirle in una programmazione più ampia e complessa».

Se la decisione del rinvio delle Olimpiadi la reputa opportuna, come giudica le decisioni prese dal Governo italiano?
«Probabilmente le prime decisioni sono arrivate un po’ in ritardo, ma perché tutto il mondo è stato preso di sorpresa. Poi l’Italia è diventata un esempio per tutti. Tanto da diventare un modello a livello globale».

Lei ora è in Svizzera, ma poco prima che la pandemia travolgesse l’Italia era all’esterno per allenarsi.
«Sì. Prima ero ad Abu Dhabi. Poi in Spagna. Quando ero a Tenerife, siamo rientrati prima del “look down”. Qui in Svizzera la situazione è stata abbastanza sotto controllo, con delle restrizioni che man mano stanno andando scemando. La riapertura è graduale».

Netflix o Amazon Prime? Cosa ha fatto in questo periodo di “quarantena”?
«In verità ho approfittato per allenarmi, ma soprattutto per studiare. Ho anche seguito molti talk televisivi di carattere politico, sia per essere informato, ma anche per seguire quello che un po’ mi appassiona».

Nel suo caso, non tutti i mali vengono per nuocere. Questo “blocco” le ha permesso di recuperare al meglio e, forse allungare un po’ la carriera. Ma dopo?
«Si, è vero. Questa situazione probabilmente mi permetterà di allungare di una stagione la mia carriera. Sarò grandicello, ma spero di essere ancora in forma per dire la mia.
Dopo? Nel mio futuro mi vedo nel ruolo di preparatore atletico, sempre nel mondo del ciclismo, anche perchè così metterei a frutto i miei studi. Il ruolo di preparatore lo vedo giusto per me perchè la cura della preparazione e l’alimentazione sono due temi che da sempre mi appassionano».

Sperando che questo momento arrivi il più tardi possibile, per ora facciamo un in bocca al lupo a Pozzovivo per l’operazione a cui dovrà, a breve, sottoporsi, sperando che poi, dopo l’estate, la stagione gli regali tante soddisfazioni con la nuova maglia della NTT. E visti i risultati ottenuti in questa fase (Domenico ha partecipato alla terza tappa del “Giro d’Italia Virtuale”, che ricalcava il finale verso San Daniele del Friuli della frazione 16 dell’edizione 103 della corsa rosa, spostata da maggio a ottobre causa coronavirus, dove è stato il suo il miglior tempo individuale di 47’03” su 26,9 km), gli auspici sono dei migliori.

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