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UN sorriso prova a scacciare giorni di confusione. «A Potenza ho allenato per quattro partite nel 2012, spero di non chiudere la mia esperienza a quota otto». La paura viene esorcizzata prendendola in giro. Alla vigilia di una partita decisiva per il suo futuro, Massimo Agovino è più sereno. Il Torrecuso è squadra di categoria, ben collaudata, che arriva al Viviani al completo senza niente da perdere. L’esatto opposto del Potenza, arrivato già a un secondo bivio dopo essersi schiantato mercoledì a Picerno. Bisogna però essere realisti nel valutare come i rossoblù giungono a questa partita. C’è da buttare certamente il cuore oltre l’ostacolo.
Ma, se si parla strettamente di calcio, le difficoltà sono oggettive. «Non voglio alimentare la cultura degli alibi – spiega il tecnico in conferenza stampa -, ma nell’allenamento di rifinitura ho avuto a disposizione 15 giocatori. Li ho guardati negli occhi singolarmente e mi sono detto: con questi devo fare risultato. Però non sarà semplice». La gestione di arrivi e partenze, nel costruire l’organico in corso d’opera, non è stata forse ottimale. Ci sono giocatori che sono stati mandati via, ma non ci sono ancora i sostituti. «Col senno di poi, avrei avuto bisogno adesso anche dei vari Lacidogna, Foscolo, Girardi. La fretta è stata cattiva consigliera, ma può succedere quando si parte in enorme ritardo».

Un tema ricorrente, che Agovino rispolvera senza timore. «E’ un mese esatto che stiamo lavorando, considerando che il ritiro di Sturno è iniziato il 19 agosto. Molti dei giocatori che oggi sono qui sono arrivati anche più tardi. Il mio auspicio è di superare questo momento difficile per poi iniziare a dare a questa squadra l’identità che vorrei». Magari con l’aiuto delle settimane tipo (il turno infrasettimanale ha complicato le operazioni) e del mercato. Dal listone degli svincolati devono certamente arrivare dei ricambi per il parco under, forse un difensore centrale, certamente un centrocampista che prenda il posto di Liccardo. Sul taccuino del ds Flammia, tra gli altri, i nomi di Mario Coppola (1990, nella passata stagione ad Arezzo in Lega Pro) e di Sante Giacinti (1993, ex Arzanese). Ma le battaglie si vincono con i soldati che si hanno al momento, non con quelli che si vorrebbero avere. Difficile l’impiego dal primo minuto di Jeda, non in discussione il modulo. «Il brasiliano va gestito – conclude Agovino – un po’ come fa Garcia con Totti, è un professionista straordinario ma non è più il Jeda di Cagliari. Comunque sarà prezioso, perché questa squadra deve giocare con il trequartista alle spalle di Cinque e Simeri».

DI SENSO Da registrare, a seguito del Daspo a Bacio Terracino, una nuova offensiva del Picerno su Pierpaolo Di Senso. L’ormai ex attaccante del Potenza, svincolato, è però conteso da Grottaglie e Altamura in Eccellenza pugliese.

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