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ERA l’ultimo caldo di stagione e il Potenza si è sciolto come un ghiacciolo al sole. Merito del Picerno, che ha enfatizzato la pochezza della squadra di Agovino lanciando la sfida occhi negli occhi sin dai primi minuti. Senza mai guardare gli avversari dal basso verso l’alto. Il blasone non ha mai spinto la palla in porta. Per vincere queste partite servono energie nelle gambe e ossigeno nella testa, oltre alla giusta cattiveria agonistica. Il Potenza ha affrontato la trasferta più vicina con leggerezza e presunzione. Rimediando un 3-1 anche riduttivo rispetto a quanto si è visto sul sintetico infuocato del “Donato Curcio”.

IN VITA PER MEZZ’ORA Come nell’esordio a Bisceglie, la partita del Potenza dura meno di un tempo. La squadra di Agovino è infatti presente sul campo fin quando non subisce gol. Poi si spegne la luce. Ma anche nei primi 30’ – quando il Potenza comunque se l’è giocata – sono emerse le avvisaglie dei disastri che sarebbero maturati poco dopo. Passano quattro minuti e Liccardi sbaglia la prima diagonale difensiva di un pomeriggio da incubo, mandando in porta Bacio che sbaglia clamorosamente. L’ex esterno della Sarnese, tra i migliori interpreti del ruolo nel 3-5-2, con la difesa a quattro soffre terribilmente. La reazione però c’è: il Potenza sfiora il gol prima con Oretti su punizione (bravo Lamarra al 18’), poi con Cinque di testa da angolo. Resterà fuoco di paglia.

ESPOSITO, ATTO I Il Picerno passa al 28’, sfondando per l’ennesima volta a sinistra dove Di Lucchio non regge il duello con Esposito. Un cross in sovrapposizione di Gerardi trova la deviazione corta in area di Campanella. Il numero 11 di casa è bravo a ribadire in rete piazzando sul secondo palo, dove Napoli non può arrivare. L’esterno offensivo di De Pascale, al di là del gol, fa sempre la stessa giocata: parte largo a sinistra e converge sul destro. Tanto prevedibile quanto irresistibile, perché non lo fermano mai. Sfiora il bis personale in un paio di circostanze (bravo Napoli), con il raddoppio del Picerno che sarebbe potuto arrivare anche sulla percussione centrale di Li Muli che salta Riccio come un birillo. A proposito: Li Muli, classe 1996, regista sontuoso. Ha preso il posto di Giraldi, il faro designato della squadra. Merito al ds Cannella per aver pescato in Sicilia un under così. Prima dell’intervallo l’unico sussulto del Potenza arriva dalla traversa colpita da Liccardi con un bel tiro da fuori area.

IL CROLLO DEL POTENZA Rientra negli spogliatoi per leccarsi le ferite, la squadra di Agovino. Il problema è che il Potenza, con la testa, non torna in campo. Altrimenti non si spiegherebbe la sanguinosa dinamica del secondo gol subito. Fallo all’altezza della bandierina, dove l’avversario non avrebbe mai potuto far male. Punizione battuta al centro dell’area dove Esposito esce dai blocchi con facilità irrisoria e infila il 2-0 senza opposizione. Al netto di tutti gli alibi e del ritardo di preparazione, il Potenza ha comunque fondamenta di sabbia che iniziano presto a scricchiolare. Al 10’ della ripresa il castello è ampiamente crollato. Tarascio entra in area su un disimpegno impreciso di Liccardi e tiene in pallone incollato al piede, nonostante gli venga triplicata la marcatura. I difensori del Potenza però non affondano il tackle, impauriti, lasciando all’ex Arzanese lo spazio per tirare in porta sparando addosso a Napoli, che da distanza ravvicinata non riesce a respingere. Tre a zero.

SENZA REAZIONE In realtà il Potenza accorcia subito le distanze, quando per rientrare in partita ci sarebbe ancora mezz’ora. Simeri, il più combattivo e orgoglioso, spinge in porta il 3-1 e prova a scuotere i compagni. Non ci riesce, né i cambi di Agovino producono gli effetti sperati. In molte occasioni i portatori di palla non sanno cosa farsene, liberandosene con soluzioni di puro instinto. Scenario da brivido per un allenatore che ama provare in allenamento ogni situazione tattica. Da quel momento il Picerno dilaga, tra gli applausi della festante tribuna di casa. L’occasione del poker la falliscono Tarascio e Casimirri in un quarto d’ora finale che diventa accademia. Il Potenza ha alzato bandiera bianca ed entra ufficialmente in crisi. Il Picerno, proseguendo con questo atteggiamento, si salva in carrozza. Merito a De Pascale, che sta mettendo a frutto in panchina la lunga esperienza da giocatore sui campi di Lega Pro e serie D. Ha buon senso, non inventa soluzioni estemporanee e disegna il modulo che valorizza al meglio le caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione. Per Agovino scatta la fiducia a tempo. Per rimanere saldo sulla panchina che ha fortemente voluto deve battere domenica il Torrecuso, squadra che ha rifiutato proprio per Potenza. Devono salvarlo i giocatori che lui stesso ha portato in rossoblù.

IL TABELLINO (3-1) 

AZ PICERNO (4-3-2-1) Lamarra 6; Cavaliere 6, Benci 7, Itri 6.5, Reale 6.5 (41’st Di Nella sv); Gerardi 6, Tarascio 7, Li Muli 7 (35′ st Ciranna sv); Bacio 7, Esposito 7.5; Savasta 6.5 (25′ st Casimirri sv). A disp. Romaniello, Miglionico, Sangiacomo, Esposito G., De Ruggiero, Girardi. All. De Pascale 7.
POTENZA (4-3-3) Napoli 5.5; Di Lucchio 5, Riccio 5, Campanella 5 (35′ st Jeda sv), Liccardi 4.5; Navas 5.5, Oretti 5, Catalano 5 (22′ st Liccardo 5.5); Pizzutelli 5, Cinque 5.5 (1’st De Stefano 5.5) Simeri 6. A disp. Costigliola, Blandi, Lolaico, Tommasiello. All. Agovino 5
ARBITRO: Severino di Campobasso (Testa e Pasquale)
RETI: 28′ pt e 5′ st Esposito (Pi), 10’st Tarascio (Pi), 16′ st Simeri (Po)
NOTE: spettatori oltre 1500. Ammoniti: Gerardi, Li Muli, Oretti, Lamarra, Simeri, Cinque. Nell’intervallo premiato Donato Curcio, picernese residente in America, che con un investimento personale ha permesso la realizzazione dello stadio di Picerno.

Twitter @pietroscogna

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