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MATERA – Un Matera emozionante mette in archivio una stagione storica e guarda avanti. Il futuro è vicino, non immediato, ma comunque già in fase di preparazione.
Dopo mesi di silenzio, voluto, cercato, imposto dalla voglia di concentrarsi solamente sul campo, sempre vicino alla sua squadra e spesso sul prato verde, il presidente del Matera Calcio, Saverio Columella, scioglie le riserve e parla a trecentosessanta gradi. E’ il momento di valutare quanto fatto e guardare oltre, provare ad immaginare un futuro fatto di successi. Gli sportivi materani hanno riscoperto il bello del calcio e sono pronti a restare vicini al proprio condottiero. Tanta gente è tornata allo stadio, tanti si sono riaffezionati al “mondo del pallone”. Poca nostalgia, ma solo voglia di proseguire una storia d’amore ormai talmente intensa da poter sbocciare in un legame di lungo corso. Il cuore porta avanti un progetto dimostratosi già grande, ambizioso e storico, che ora punta a consolidarsi, a scavare nel terreno radici sempre più salde e forti.
Saverio Columella è pronto a ripartire, non dopo una piccola pausa ed aver guardato, con soddisfazione enorme, alla stagione appena conclusa con il raggiungimento delle semifinali playoff per la serie B, partendo da matricola della Lega Pro unica. Il patron biancazzurro sottolinea tutti gli aspetti della sua esperienza, togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa. Con l’obiettivo di ripetersi.
Presidente, è stata una stagione esaltante per il Matera. Quali sono state le sue sensazioni? C’è un pizzico di rammarico per l’epilogo, sognava la finale?
«Parlo seguendo quello che mi dice il cuore, come sempre. Dire che si stata una stagione esaltante, entusiasmante, eccellente o persino epocale, per me è anche poco. Non c’è termine adatto per definire una stagione di questo genere, ricordando sempre da dove, questa società, è partita. Sono sereno, tranquillo. Ho una grande calma in me. Come sempre non abbiamo illuso nessuno e non ci siamo illusi, il calcio è questo, a volte serve anche il fattore C (la fortuna, ndr) per poter ottenere traguardi sempre migliori, ma avevamo l’obiettivo salvezza e credo siamo andati meritatamente oltre. Ma, sinceramente, l’obiettivo non era neppure la B, ma zittire tutta quella gente che non ha creduto nel mio operato e, l’ha anche ostacolato. Gente che sperava in una debacle del Matera e che invece ha visto, assieme ai tanti che ci sono stati vicini, un’annata senza eguali nella storia del calcio materano. Ora quella fetta di gente che ancora non crede ad un grande Matera ha visto che, anche confrontandoci con realtà e società che hanno speso anche dieci volte più di noi, siamo stati in grado di competere ai massimi livelli. Siamo tra le migliori della Lega Pro, oltre alle promosse, tra le prime quattro e questo può bastare».
Ma quello che ha colpito maggiormente, è il gioco espresso dalla squadra. Un aspetto che ha colpito anche lei, presidente?
«A tratti ho visto giocate da serie A. Non a caso abbiamo giocatori che potrebbero giocare in categorie superiori e anche nella massima serie. Non c’è rammarico per essere usciti in semifinale, non è la fine di un sogno, perchè io sottoscriverei per tutta la vita una stagione del genere, riferai tutta la vita un campionato così. Ma, c’è da dire anche che non eravamo pronti a livello di organico al salto di categoria. Siamo arrivati in pochi a poterci giocare un grande traguardo. Ricordo, senza illudere nessuno, ma solamente con il lavoro. E inoltre, portando in panchina nella partita dell’anno un giocatore della Berretti, a dimostrazione dell’ottimo lavoro fatto anche con il settore giovanile, che partendo da zero è riuscito a mettere in piedi una grande struttura, con ad oggi oltre 150 ragazzi. Un fiore all’occhiello per la nostra società, un potenziale bacino per i calciatori che domani faranno parte della prima squadra».
E ora? Da dove riparte questo Matera che ha stupito tutti e si è fermato ad un passo dal grande sogno? Quali sono le idee del patron Saverio Columella?
«Riparto da quel 4 maggio 2014, da quel palco in una piazza Vittorio Veneto stracolma, che contava quasi 12 mila persone. Una cosa mai vista neppure sommando i comizi elettorali appena conclusi. In quella occasione ho detto solo che non avremmo fatto la comparsa in Lega Pro, ma avremmo dato del filo da torcere a tutti, e questo è stato. Quando una persona, un ragazzo di 35 anni si sbilancia così, con la certezza di non poter illudere le persone, vuol dire che ha in mente grandi cose, e così è stato. Roma non si è costruita in un giorno e io ricordo bene quando eravamo in 3 in tribuna a seguire il Matera, io e qualche anziano più affezionato, qualcuno che passava con piacere qualche ora della domenica a guardare una partita di calcio. Poi è arrivata la difficile salvezza con l’Irsinese, siamo finalmente diventati il Matera Calcio, poi i playoff e il mancato ripescaggio, la vittoria del campionato e siamo arrivati ad oggi, con tante certezze in più. Adesso siamo persino riusciti a portare un senso civico e culturale enorme al XXI Settembre “Franco Salerno” elogiato a livello nazionale da tutti. Penso possiamo dirci soddisfatti di quanto fatto. Questo è il nostro premio: una squadra che è piaciuta e che ha riportato entusiasmo».
Ed a proposito di questo, Columella racconta un episodio capitato proprio prima della gara contro il Como: «Un delegato della Procura Federale mi ha raccontato di aver perso il portafogli in centro a Matera proprio domenica mattina. Nel primo pomeriggio, prima di arrivare allo stadio, ha ricevuto una chiamata. Era il ragazzo che l’aveva trovato e voleva restituirglielo. Certo che se Matera è Capitale della Cultura a livello europeo è anche per merito della gente di Matera».
Chiusa questa parentesi, il futuro della squadra quale sarà? A cosa sta lavorando Saverio Columella in questi giorni?
«Beh, prima di tutto spero di trovare, nei prossimi giorni, un interlocutore politico con il quale confrontarci, perchè quest’anno abbiamo avuto alcune difficoltà, piccole criticità che possiamo e dobbiamo risolvere. Bisogna organizzarsi in tempo, ma sono fiducioso. Sino ad ora ho avuto un buon dialogo con le Istituzioni e spero potremo continuare in questa direzione. Dal punto di vista organizzativo bisogna prepararsi in maniera oculata».
E il mercato? L’allenatore? Cosa ci prospetta il futuro del Matera Calcio?
«Ho scelto di lasciare a tutti qualche giorno per riposarsi. Dopo una stagione così lunga, quaranta partite e tanta tensione, è il momento di tirare un po’ il freno. In questi giorni comunque sto valutando e sondando alcune cose, alcuni giocatori che possono fare al caso nostro, che possano essere utili al Matera che verrà. Senza dubbio, posso assicurare che non ci siamo fermati. Abbiamo dei giocatori di proprietà sui quali dovremo fare delle valutazioni. Ragazzi come Pagliarini, Carretta, Letizia e anche altri dai quali potremo ripartire con buone basi. Ma dobbiamo anche capire se continueremo o meno con Auteri. Come dicevo. Ora è un momento in cui tutti possono ricaricare le batterie e, intanto, potremo capire quale sarà il nostro interlocutore politico. Poi inizieremo ad agire».
Quanto sarà importante poter trovare un interlocutore attento e disponibile, dopo i proclami elettorali che si sono sentiti in queste settimane? Sembra che tutti siano vicini al Matera Calcio e alle sue sorti?
«Sarà il quinto anno che gestisco il Matera Calcio e posso affermare senza pericolo di essere smentito che, per porre le basi importanti per un ulteriore salto di qualità, c’è bisogno di tutti. Non siamo mai stati interessati da scopi elettorali, dunque ci sentiamo liberi di esprimerci. Posso confermare di essere dispiaciuto dall’aver visto utilizzare i colori della squadra per fini politici. E’ fastidioso sentire direttamente o indirettamente di garanzie, promesse e certezze di investimenti per strutture sportive, per uno stadio nuovo. Vorrei capire, magari da chi è rimasto in gioco, considerando che si andrà al ballottaggio, se hanno già idea di dove reperire i fondi per la struttura. Il luogo dove sarà fatta passa in secondo piano, ma è importante capire se questi fondi ci sono, se l’idea è quella di fare un mutuo e tanti altri aspetti economici correlati. Quindi io rigirerei questa domanda ai politici. La carenza strutturale è evidente, è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo sempre rimandato, ora è il momento di capire cosa vogliamo fare da grandi. Noi siamo disponibili ad impegnarci, ma come detto, c’è bisogno di tutti».
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