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Edoardo Chiacchio è sibillino. «Visto che il procedimento si è protratto già troppo a lungo per la posizione di Gaetano D’Agostino – ha dichiarato il legale dell’Andria – tenterò di definire la questione in tempi più brevi». Dichiarazione che va intepretata e che apre un nuovo scenario. Il caso di giustizia sportiva che tiene in sospeso il girone H di Serie D potrebbe essere vicino a una svolta. Anche in assenza dei deferimenti, a quanto pare ancora non recapitati alle parti. Leggendo tra le righe le parole dell’avvocato partenopeo, la strategia difensiva dell’Andria sembra essere cambiata. Se fino a qualche settimana fa Chiacchio puntava a giocarsi le sue carte al processo, forte anche di precedenti giurisprudenziali favorevoli, ad oggi prende sempre più piede la strada del patteggiamento. Significherebbe ammissione di colpa, nel tentativo di concordare con l’accusa una condanna conveniente per chiudere la questione in tempi rapidi.
IL NUOVO CODICE La strada del patteggiamento risulta percorribile alla luce del nuovo Codice di giustizia sportiva entrato in vigore a luglio 2014. Al termine della fase istruttoria, alle parti viene notificata la comunicazione di conclusione delle indagini (C.c.i.) che però non è ancora un deferimento (quindi un rinvio a giudizio). Il caso D’Agostino-Andria dovrebbe essere arrivato proprio a questo step. Usiamo il condizionale trattandosi di atti secretati. Una volta ricevuta la C.c.i., le parti hanno facoltà di chiedere di essere ascoltate, di poter accedere agli atti o di patteggiare un’ipotesi di condanna con l’accusa (la Procura federale). Ecco il perché della tanto attesa audizione di D’Agostino, teoricamente decisiva per costruire il teorema della buona fede dell’Andria nel non aver valutato in tempo utile il doppio tesseramento irregolare del giocatore. Gli eventuali deferimenti potranno arrivare solo al termine di questo fondamentale passaggio. Il rischio però, trovandoci già a marzo inoltrato, è lo sconfinamento nelle ultimissime settimane di campionato per ottenere la sentenza di primo grado (soggetta poi alla variabile di altri due gradi di giudizio). Per arrivare alle estreme conseguenze: in presenza di un tesseramento irregolare, la sanzione per il club pugliese è da ritenersi certa. Potrà spaziare da una semplice ammenda ai punti di penalizzazione. Ma per cautelarsi da ogni imprevisto, l’Andria potrebbe preferire una chiusura precoce del caso per poi guardare la classifica solo alla luce dei risultati del campo, visto che si chiuderebbe la questione in via definitiva senza possibilità di ricorsi. L’eventuale patteggiamento, previsto in questa forma dall’articolo 32 del Codice di giustizia sportiva, andrebbe sottoposto al vaglio del Procuratore Generale dello Sport presso il Coni. In caso di parere favorevole, verrebbe sottoposto alla Figc, chiamata a ratificare in occasione del primo consiglio federale utile. Un giro che potrebbe chiudersi anche entro un mese.
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