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ANTONIO, classe 1987, sul campo è quello che si muove meglio. Baricentro basso, velocità e buon tocco di palla. In curriculum, la trafila nelle giovanili del Bitonto e una rapina. «Si può anche cambiare nella vita – ci racconta – quando uscirò da qui mi ci vedo bene come allenatore, specialmente con i ragazzini». Salvatore invece di anni ne ha 31 ed è di Grassano. In carcere ci è finito per rapina e tentato omicidio.
«Queste persone che sono venute ci hanno aiutato a mantenere un contatto con la realtà – spiega – altrimenti qui dentro dimentichiamo cosa significa vivere fuori. Dobbiamo ringraziarli innanzi tutto per questo motivo. Poi non so se farò mai l’allenatore quando uscirò – sorride – ho capito che serve studiare tanto, mica è un lavoro che si improvvisa. E io di studiare non ho avuto mai tanta voglia».
E’ un bel regalo di Natale quello che il Melfi ha portato nel carcere di Potenza. Tredici magliette e una mattinata di sorrisi per i detenuti che frequentano il corso-pilota per allenatori organizzato dall’Aiac di Basilicata con la regia operativa di Renzo Ulivieri, il direttore della Scuola Allenatori di Coverciano. Il Melfi – presente con lo staff tecnico al completo, guidato da mister Bitetto, e un’ampia rapprentanza di atleti – è la seconda squadra lucana dopo il Picerno (Eccellenza) che ha aderito al progetto, disputando sul campo interno alla casa circondariale di via Appia anche un’amichevole contro i corsisti, che l’hanno presa molto sul serio. Mister Bitetto, da relatore della lezione che ha preceduto il match, si è sentito porre anche domande tutt’altro che improvvisate. Si è parlato di 4-4-2, del movimento degli esterni alti e delle due scuole di pensiero: chi mette il mancino a destra (e viceversa) per agevolarne il tiro e chi invece vuole che si arrivi sul fondo per crossare, associando la fascia al piede preferito. «E ho notato grande interesse – racconta il tecnico barese – passione verso una nuova realtà, è stato molto stimolante confrontarmi con questi ragazzi». Gerardo Passarella, presidente dell’Aiac lucana, è insieme al prof. Rocco Galasso l’ideatore dell’iniziativa a livello locale. Ieri hanno voluto coinvolgere anche le istituzioni, ricevendo un attestato di considerazione significativo dal Prefetto di Potenza Luigi Nunziante, fresco di trasferimento a Bari e orgoglioso di un suo passato da calciatore dilettante che gli ha consentito di condividere qualche piacevole aneddoto con i presenti. «Mi insedierò lì nei primi giorni di gennaio – ha dichiarato – ma prendo già l’impegno di voler portare questa iniziativa anche in una realtà difficile come quella del capoluogo pugliese. Il ministro della Giustizia Cancellieri è una mia ex collega e insieme a lei stiamo perseguendo un progetto ambizioso, quello di umanizzare la giustizia. Però da parte vostra – si rivolge ai detenuti – serve venirci incontro, l’atteggiamento giusto per valorizzare al meglio il lavoro delle professionalità che in queste strutture si adoperano nella rieducazione».
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