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«IN effetti il Potenza non è mai arrivato allo stadio, forse non esiste neanche più come squadra di calcio». Chissà cosa è passato per la mente di Arisa prima di avventurarsi in un argomento a lei ignoto. Risalendo a monte del problema, si potrebbe obiettare su quanto di sportivo è rimasto in una trasmissione – Quelli che il calcio – da qualche stagione classificabile come puro intrattenimento domenicale. Lontana anni luce dagli anni d’oro di Fabio Fazio, Idris, Suor Paola, quando i sorrisi spuntavano davvero, mai fuori luogo, durante il racconto delle partite. Non c’erano immagini dai campi, ma i contenuti giornalistici abbondavano rispetto ad oggi. Un format non riproponibile nell’era di Sky, ma che ha brillato per qualità e non meriterebbe di essere trascinato per inerzia con protagonisti molto meno credibili. Chi ama il calcio difficilmente si sintonizza su Rai Due la domenica pomeriggio. Un attore/regista presente in studio, Ubaldo Pantani, ha corretto il tiro: “Potenza una squadra ce l’ha in Eccellenza e si chiama Rossoblu”. E la pignolese? Ha sposato il dogma dell’improvvisazione, che domina su più fronti nella tv generalista. Un capolavoro di ingenuità, disarmante per chi tiene alle proprie origini, e di superficialità, purtroppo celebrato in un contesto favorevole. Dove tutti parlano di tutto senza cognizione di causa. Ma le reazioni, specie su internet sono state furibonde e gli insulti per la cantante si sono sprecati.
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