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6 minuti per la lettura

di GIOVANNI BENEDETTO*
MATERA Città della Cultura e del Basket. Carlo
Levi e Giovanni Pascoli sono solo due dei tanti
artisti rimasti affascinati dalla bellezza mozzafiato
di Matera. L’uno diceva che “Chiunque
veda Matera non puònon restarne colpito tanto
è espressiva e toccante la sua dolente bellezza”;
mentre l’altro così si esprimeva: “Delle città
incui sonostato, Materaè quellache mi sorride
di più, quella che vedo meglio ancora, attraverso
un velo di poesia e malinconia”.
Iniziare una nuova avventura ti porta ad
avere sensazioni contrastanti, tutte le incertezze
che derivano dal fatto di dover ricominciare
daccapo e tutto quello che hai fatto fino a
quel momento non ha nessun peso su quello
che andrai a fare, appartiene solo al tuo cassetto
dei ricordi.
Entusiasmo ed incertezze mi accompagnarono
durante il viaggio per raggiungere la
mia nuova città, la mia nuova società, i miei
giocatori ed i miei nuovi tifosi, ma appena arrivato
capii.Matera mi ha accolto con la sua consapevole
e composta dignità umanistica.
Gli anni passano, ma le cose non cambiano:
Matera con il suo paesaggio incantato continua
a lasciare i visitatori senza parole, ed anche
io, inevitabilmente, ne sono rimasto affascinato.
La vita a Matera non si è mai fermata:
Matera è la città dei Sassi, delle Chiese rupestri,
delle aree naturali .Come si fa a non rimanere
affascinati davanti a così tanta bellezza
???
Mi attendeva un lavoro diverso ma ugualmente
affascinante , cercare di inserire lo
sport in questo contesto e cercare di dare forza
attraverso il basket alle capacità della comunità
di promuovere cultura e sport. Tutto questo
non mi spaventava anche perchè avevo avuto
modo di conoscere ,in vari incontri , i miei nuovi
compagni di viaggio. Persone di grandi capacità
umane ed imprenditoriali e di elevata
cultura: il presidente Lorusso, l’avvocato Sarra
, il dottor Schiuma, il dottor De Ruggeri e l’anima
storica della pallacanestro materana il
presidente onorario Vizziello.
Insieme all’amico di sempre Dino Viggiano
iniziammo a pensare ad una squadra che potesse
entusiasmare il pubblico materano e che
riuscisse a raggiungere il risultato storico
della Lega due Silver. Avevamo bisogno di dare
vita alle idee pur nella consapevolezza di non
potercompetere perdisponibilitàeconomiche
con tantissime altre realtà che avevano alle
spalle territori molto più ricchi del nostro.
Ideee progettualitàsono statele paroled’ordine
che ci siamo imposti insieme a tutto il consiglio
direttivo. Le nostre radici affondano nella
civiltà contadina fatta di fatica e miseria , ma
anche di grande tenacia ed orgoglio , ederano
queste le qualità che avrebbero dovuto contraddistinguere
la nostra stagione.
L’idea tecnica era abbastanza definita nelle
nostre menti ma avevamo bisogno di atleti che
riuscissero a sposare questa nostra filosofia.
Abbiamo scelto i giocatori uno per uno convinti
che le nostre idee ed il nostro progetto tecnico
ed umano sarebbe stato perfettamente interpretato
da questi magnifici atleti ed uomini.
Il lavoro è stato lungo ma divertente e sin dai
primi giorni ,subito dopo ferragosto , la squadra
prendeva forma e consapevolezza delle
proprie qualità ma anche dei propri limiti.
Le prime amichevoli lasciavano ben sperare
ma nessuno poteva immaginare cosa realmente
saremmo riusciti a fare: due finali ed un
entusiasmo contagioso. La squadra era della
città e la città la riconosceva come tale. Oggi,
pur con l’amarezza di una finale persa, siamo
pronti a ripartire con le nostre idee , il nostro
progetto e la rinnovata consapevolezza che la
strada intrapresa, anche se difficile e piena di
insidie è quella giusta.
Matera si candida a capitale europea della
cultura. Vinciamo questa nuova sfida!
*coach della Bawer Matera
MATERA Città della Cultura e del Basket. Carlo Levi e Giovanni Pascoli sono solo due dei tanti artisti rimasti affascinati dalla bellezza mozzafiato di Matera. L’uno diceva che “Chiunque veda Matera non puònon restarne colpito tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza”; mentre l’altro così si esprimeva: “Delle città in cui sonostato, Matera è quellache mi sorride di più, quella che vedo meglio ancora, attraverso un velo di poesia e malinconia”. Iniziare una nuova avventura ti porta ad avere sensazioni contrastanti, tutte le incertezze che derivano dal fatto di dover ricominciare daccapo e tutto quello che hai fatto fino a quel momento non ha nessun peso su quello che andrai a fare, appartiene solo al tuo cassetto dei ricordi. Entusiasmo ed incertezze mi accompagnarono durante il viaggio per raggiungere la mia nuova città, la mia nuova società, i miei giocatori ed i miei nuovi tifosi, ma appena arrivato capii. Matera mi ha accolto con la sua consapevole e composta dignità umanistica. Gli anni passano, ma le cose non cambiano: Matera con il suo paesaggio incantato continua a lasciare i visitatori senza parole, ed anche io, inevitabilmente, ne sono rimasto affascinato. La vita a Matera non si è mai fermata: Matera è la città dei Sassi, delle Chiese rupestri, delle aree naturali .Come si fa a non rimanere affascinati davanti a così tanta bellezza ? Mi attendeva un lavoro diverso ma ugualmente affascinante, cercare di inserire lo sport in questo contesto e cercare di dare forza attraverso il basket alle capacità della comunità di promuovere cultura e sport. Tutto questo non mi spaventava anche perchè avevo avuto modo di conoscere, in vari incontri, i miei nuovi compagni di viaggio. Persone di grandi capacità umane ed imprenditoriali e di elevata cultura: il presidente Lorusso, l’avvocato Sarra, il dottor Schiuma, il dottor De Ruggeri e l’anima storica della pallacanestro materana il presidente onorario Vizziello. Insieme all’amico di sempre Dino Viggiano iniziammo a pensare ad una squadra che potesse entusiasmare il pubblico materano e che riuscisse a raggiungere il risultato storico della Lega due Silver. Avevamo bisogno di dare vita alle idee pur nella consapevolezza di nonpoter competere per disponibilità economiche con tantissime altre realtà che avevano alle spalle territori molto più ricchi del nostro. Idee e progettualità sono state le parole d’ordine che ci siamo imposti insieme a tutto il consiglio direttivo. Le nostre radici affondano nella civiltà contadina fatta di fatica e miseria, ma anche di grande tenacia ed orgoglio, ed erano queste le qualità che avrebbero dovuto contraddistinguere la nostra stagione. L’idea tecnica era abbastanza definita nelle nostre menti ma avevamo bisogno di atleti che riuscissero a sposare questa nostra filosofia. Abbiamo scelto i giocatori uno per uno convinti che le nostre idee ed il nostro progetto tecnico ed umano sarebbe stato perfettamente interpretato da questi magnifici atleti ed uomini. Il lavoro è stato lungo ma divertente e sin dai
primi giorni, subito dopo ferragosto, la squadra prendeva forma e consapevolezza delle proprie qualità ma anche dei propri limiti. Le prime amichevoli lasciavano ben sperare ma nessuno poteva immaginare cosa realmente saremmo riusciti a fare: due finali ed un entusiasmo contagioso. La squadra era della città e la città la riconosceva come tale. Oggi, pur con l’amarezza di una finale persa, siamo pronti a ripartire con le nostre idee, il nostro progetto e la rinnovata consapevolezza che la
strada intrapresa, anche se difficile e piena di insidie è quella giusta. Matera si candida a capitale europea della cultura. Vinciamo questa nuova sfida!

*coach della Bawer Matera

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