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NELLE città medio-piccole, lo sport è indicatore piuttosto affidabile dello stato di salute di istituzioni e tessuto imprenditoriale. Molto spesso, anche della qualità della vita. Succede anche a Potenza, dove il gap con Matera su questo fronte è evidente oggi più che mai. Da un paio di giorni è partito nel capoluogo il raduno della Nazionale maschile Under 18 di basket, che rimarrà in città fino al 23 giugno concludendo la permanenza con il prestigioso torneo internazionale a cui parteciperanno anche Turchia, Slovenia e Croazia. Anche chi non subisce il fascino della palla a spicchi può capire l’importanza della manifestazione. Per dieci giorni alberghi pieni e indotto pienamente operativo, con la presenza di tre delegazioni straniere che per nessun’altra ragione sarebbero mai arrivate da queste parti. Con numeri e proporzioni diverse, un po’ quel che accadde esattamente un anno fa con le finali nazionali giovanili di pallavolo femminile, ospitate con successo a Potenza. Per farla breve: in una città priva di attrattive turistiche, solo gli eventi sportivi sono in grado di riempire le strutture ricettive per più giorni consecutivi con presenze anche qualificate, muovendo l’economia e offrendo un significativo ritorno di immagine. Non esiste convegno o mostra che regga il confronto. Ragionamento che però non è evidentemente finito sui tavoli che contano, perchè non si fa nulla per rendere stabile questo meccanismo virtuoso. La stabilità sarebbe ovviamente garantita dalla consolidata presenza delle principali squadre cittadine nei campionati nazionali di calcio, basket e pallavolo. Per rimanere alle tre discipline trainanti.
Il paradosso è che a Matera, dove la città non avrebbe certo bisogno dello sport per farsi pubblicità e per finire (in modo sano) nei titoli dei giornali, la crescita del movimento è significativa. Il vertice è la Bawer che per la prima volta potrebbe portare la Basilicata in LegaDue, entrando nell’elite della pallacanestro italiana. Ma Matera ha saputo portare anche settemila persone allo stadio per i play-off di Serie D, con il progetto di Columella che pare già destinato a un pronto rilancio per tentare la scalata alla nuova Lega Pro. Al palaSassi – è notizia fresca – ci sarà per il secondo anno consecutivo la A2 maschile di volley, con la femminile pronta a risorgere dalle proprie ceneri sospinta anche dalla forza della tradizione. L’hockey ha vissuto la sua stagione d’oro in A1 (forse irripetibile) ma comunque, nonostante la retrocessione, ha dato lustro alla regione in tutta la Penisola. Un altro mondo. Dopo aver vissuto il suo anno magico nel 2007 (doppia promozione del Potenza Sc in C1 e della Mach 20 in Dna di basket) la città capoluogo sta vivendo in queste settimane il momento probabilmente peggiore della sua storia sportiva recente, senza alcuna certezza di poter figurare nella geografia dell’Italia che conta. Il calcio e il basket maschile rischiano di rimanere confinati entrambi nei campionati regionali, la pallavolo si appresta a vivere la stagione più precaria dell’ultimo decennio mentre sussistono seri dubbi su come potranno proseguire le avventure di piccole realtà d’eccellenza come Basilicata Nuoto (serie A2 di pallanuoto) e Futsal Potenza (A2 di calcio a cinque). Si può parlare di emergenza: sociale e economica, prima che sportiva.

Twitter @pietroscogna

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