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QUARANTA calciatori utilizzati, quattro allenatori in panchina, l’età media drasticamente scesa dai 24 anni di inizio stagione ai 20 delle ultime partite. E’ il quadro che emerge oggi, dopo ventidue giornate di campionato, dall’analisi statistica della sfortunata stagione del Potenza. Il numero esorbitante di atleti che hanno disputato almeno un minuto con la maglia rossoblu è figlio soprattutto della rivoluzione intervenuta quando si è capito, forse anche un po’ tardi, che la squadra costruita in estate dal duo La Cava (allenatore) – Zaza (direttore sportivo) aveva fondamenta d’argilla. La combinazione di calciatori senior saliti a bordo senza un’effettiva copertura a livello di budget e di under discutibili – su tutti, si ricordi la fulminea parabola discendente del portiere Cece – ha generato sin da subito problemi gestionali e risultati non soddisfacenti. Paradossalmente il miglior realizzatore del Potenza, con tre reti, è ancora Pietro Famiano (suoi 3 dei 10 gol totali messi a segno) che da inizio dicembre è passato al Foggia. Nonostante si tratti di giocatori indiscutibilmente collaudati per la categoria, sarà difficile ricordare qualcosa del passaggio da Potenza dei vari D’Angelo, Itri, Acampora, Caruso, Poziello, Viscido e Tortora (per lui un ritorno poco felice). Tra le operazioni più misteriose, le apparizioni quasi surreali di Vincenzo Riccio e Paolo Ramora. Tre presenze per il mediano ex Avellino, due per l’ex ala della Nocerina prima di accorgersi che – nonostante un curriculum invidiabile – qualche motivo c’era per cui erano finiti a svernare in Eccellenza. Dove non c’era necessità di andarli a ripescare. Dei quaranta giocatori in elenco, diciotto non fanno più parte di un gruppo totalmente rivoluzionato. La nota positiva è rappresentata dalla presenza in rosa di ben nove ragazzi di Potenza che hanno coronato il sogno di difendere i colori della propria città: il portiere e capitano Luigi Della Luna (il più presente, 18 volte titolare), i difensori Vaccaro, Sileo, Sambataro e Trerotola, i centrocampisti Marra, Tancredi e Lancellotti, l’attaccante Francesco Grieco. Particolare anche il ruolino di marcia degli allenatori: quello che ha raccolto più punti è Alberigo Volini, traghettatore nel passaggio di consegne tra La Cava e Agovino (per lui un solo punto a Sant’Antonio Abate), poi tra Agovino e Passarella. Anche nella definizione dei ruoli non c’è stata la massima linearità: Volini è stato assistente sia La Cava che di Agovino, mentre Passarella è passato dalla scrivania al campo lasciando la carica di responsabile dell’area tecnica per rimettere addosso tuta e scarpini e riproporsi in panchina nel momento più complicato. Tra le poche cose da ricordare, la convocazione a fine settembre del giovanissimo trequartista Gianmarco Lancellotti (figlio d’arte, classe 1995) per un raduno della Rappresentativa di Serie D. Tre invece gli stranieri visti al Viviani: per il montenegrino Nikola Vukcevic, confermato dopo la cavalcata in Eccellenza dell’Atletico, solo una presenza in Coppa Italia contro il Trani senza mai esordire in campionato. Sempre contro il Trani, ma nell’ultima gara giocata in casa lo scorso 3 febbraio, primi gol in Serie D per i brasiliani Lucas e Monteiro sulla cui presenza nel capoluogo lucano sin da settembre, in attesa dei documenti utili per il tesseramento, si era anche ironizzato. Con affetto, si intende. Non potendoli all’epoca utilizzare, Massimo Agovino ne parlò così in conferenza stampa: “hanno la musica in testa, sorridono sempre, non li vedo pronti”. Ma forse proprio la spensieratezza, insieme alla pazienza, è stata la loro forza. Con un pizzico di allegria che non guasta quando si vive con il peso di una condanna già scritta, almeno guardando alla classifica. 
Pietro Scognamiglio
twitter @pietroscogna

QUARANTA calciatori utilizzati, quattro allenatori in panchina, l’età media scesa dai 24 anni di inizio stagione ai 20 delle ultime partite. E’ il quadro che emerge oggi, dopo ventidue giornate di campionato, dall’analisi statistica della sfortunata stagione del Potenza. Il numero esorbitante di atleti che hanno disputato almeno un minuto con la maglia rossoblu è figlio soprattutto della rivoluzione intervenuta quando si è capito, forse anche un po’ tardi, che la squadra costruita in estate dal duo La Cava (allenatore) – Zaza (direttore sportivo) aveva fondamenta d’argilla. La combinazione di calciatori senior saliti a bordo senza un’effettiva copertura a livello di budget e di under discutibili – su tutti, si ricordi la fulminea parabola discendente del portiere Cece – ha generato sin da subito problemi gestionali e risultati non soddisfacenti. Paradossalmente il miglior realizzatore del Potenza, con tre reti, è ancora Pietro Famiano (suoi 3 dei 10 gol totali messi a segno) che da inizio dicembre è passato al Foggia. Nonostante si tratti di giocatori indiscutibilmente collaudati per la categoria, sarà difficile ricordare qualcosa del passaggio dei vari D’Angelo, Itri, Acampora, Caruso, Poziello, Viscido e Tortora (per lui un ritorno poco felice). Tra le operazioni più misteriose, le apparizioni quasi surreali di Vincenzo Riccio e Paolo Ramora. Tre presenze per il mediano ex Avellino, due per l’ex ala della Nocerina prima di accorgersi che – nonostante un curriculum invidiabile – qualche motivo c’era per cui erano finiti a svernare in Eccellenza. Dove non c’era necessità di andarli a ripescare. Dei quaranta giocatori in elenco, diciotto non fanno più parte di un gruppo totalmente rivoluzionato. La nota positiva è rappresentata dalla presenza in rosa di ben nove ragazzi di Potenza che hanno coronato il sogno di difendere i colori della propria città: il portiere e capitano Luigi Della Luna (il più presente, 18 volte titolare), i difensori Vaccaro, Sileo, Sambataro e Trerotola, i centrocampisti Marra, Tancredi e Lancellotti, l’attaccante Francesco Grieco. Particolare anche il ruolino di marcia degli allenatori: quello che ha raccolto più punti è Alberigo Volini, traghettatore nei passaggi di consegne tra La Cava e Agovino (per lui un solo punto a Sant’Antonio Abate), poi tra Agovino e Passarella. Anche nella definizione dei ruoli non c’è stata la massima linearità: Volini è stato assistente sia La Cava che di Agovino, mentre Passarella è passato dalla scrivania al campo lasciando la carica di responsabile dell’area tecnica per rimettere addosso tuta e scarpini e riproporsi in panchina nel momento più complicato. Tra le poche cose da ricordare, la convocazione a fine settembre del giovanissimo trequartista Gianmarco Lancellotti (figlio d’arte, classe 1995) per un raduno della Rappresentativa di Serie D. Tre invece gli stranieri visti al Viviani: per il montenegrino Nikola Vukcevic, confermato dopo la cavalcata in Eccellenza dell’Atletico, solo una presenza in Coppa Italia contro il Trani senza mai esordire in campionato. Sempre contro il Trani, ma nell’ultima gara giocata in casa lo scorso 3 febbraio, primi gol in Serie D per i brasiliani Lucas e Monteiro sulla cui presenza nel capoluogo lucano sin da settembre, in attesa dei documenti utili per il tesseramento, si era anche ironizzato. Con affetto, si intende. Non potendoli all’epoca utilizzare, Massimo Agovino ne parlò così in conferenza stampa: “hanno la musica in testa, sorridono sempre, non li vedo pronti”. Ma forse proprio la spensieratezza, insieme alla pazienza, è stata la loro forza. Con un pizzico di allegria che non guasta quando si vive con il peso di una condanna già scritta, almeno guardando alla classifica. 

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