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SPENTE le luci e tagliato il nastro, bisogna subito porsi un obiettivo: evitare che diventi la classica cattedrale nel deserto. Il palaBasento di contrada Lavangone, dopo un calvario di progetti e lavori iniziato nel 1993, è finalmente realtà. Ma una struttura del genere difficilmente, almeno per i prossimi sei mesi, potrà essere utilizzata dalle società sportive. Questione di costi, di logistica (anche se dal centro di Potenza ci vuole massimo un quarto d’ora di macchina) e di opportunità: che senso avrebbe giocare in un palasport  da tremiladuecento posti a sedere, quando la media spettatori per le squadre potentine di basket (dopo la scomparsa della maschile) e pallavolo è di poco superiore al centinaio di unità? Il problema più scottante per il palaBasento è la gestione, affidata temporaneamente al consorzio Archidea, lo stesso che opera al palaPergola e ha esteso i propri interessi anche nella località sciistica trentina di Madonna di Campiglio. “L’affidamento temporaneo è per sei mesi prorogabili di altri sei – spiega il presidente di Archidea, Giuseppe Lovito – in attesa che venga predisposto il vero e proprio bando. Abbiamo bisogno di  tempo per elaborare un tariffario adeguato per partite e allenamenti. Il palaBasento prenderà vita in questi primi mesi con l’organizzazione di grandi eventi, a partire da qualche concerto di spessore”. Il rischio è che finisca come a Eboli o ad Andria, dove la musica rappresenta l’attività principale dei palazzetti. “E’ vero – commenta Lovito – in assenza di un progetto sportivo rilevante bisogna ipotizzare usi alternativi, ma speriamo di poter ospitare già qualche partita delle nazionali per far affezionare il pubblico potentino alla struttura”. L’ipotesi è quella di organizzare nel mese di giugno un quadrangolare internazionale con la nazionale maschile di basket Under 18. L’importante era partire, la sfida a questo punto è durissima ma terribilmente affascinante: riuscire a fare in modo che il palaBasento per Potenza non sia un vestito di troppe taglie più grande. Di quelli difficili da indossare e destinati ad ammuffire in armadio. Sarebbe un peccato. 

twitter @pietroscogna

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