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LA sera che precede l’Epifania, come avviene ininterrottamente dal 1999, la città di Montescaglioso, nelle ore serali, è teatro di un vero e proprio rito: la “Notte dei Cucibocca”, evento dal carattere di unicità tra tutte le regioni del Meridione d’Italia.
La manifestazione è organizzata dal Cea (Centro di Educazione Ambientale) di Montescaglioso (CooperAttiva), in collaborazione con il Comune di Montescaglioso, Parco della Murgia Materana, l’Associazione Famiglie Risorsa e l’Associazione culturale Capa Fresca.
Il programma prevede, alle ore 19, presso l’abbazia S. Michele Arcangelo, la vestizione dei Cucibocca; dalle ore 20 alle 23 i Cucibocca si muoveranno per i vicoli del centro storico montese: dalle 21 alla mezzanotte, in piazza Roma e corso della Repubblica, sarà possibile degustare i “Nove Bocconi del Cucibocca”, con l’accompagnamento musicale delle zampogne e altri strumenti tradizionali. Si tratta di un rito immerso nelle radici in un passato misterioso, che la città montese contribuisce a mantenere viva. E’ probabile si tratti di una cerimonia che trae origine dal calendario ortodosso–bizantino, nel quale è celebrato San Simeone Lo Stilita, la cui caratteristica è rappresentata proprio da una catena spezzata. La cerimonia si basa sul travestimento di alcune figure, “l cos’ vucc” (Cucibocca), irriconoscibili grazie ad un paio di occhiali ricavati dalle bucce d’arancia e da una folta barba bianca (che ricorda, molto da vicino, il dio del silenzio egizio Arpocrate, raffigurato in un affresco nella biblioteca abbaziale, il quale ha l’indice sulle labbra a indicare il silenzio), dal cappellaccio di paglia oppure da un disco di canapa che si usa abitualmente nei tanti frantoi presenti nel territorio, abbigliate con abiti di colore scuro, (vecchi cappotti o mantelli, chiamati l’ cappottl), le quali si aggirano per le strade della parte vecchia di Montescaglioso trascinando una catena spezzata che produce un sordo rumore sul selciato. In mano, come da tradizione, tengono un canestro ed una lucerna, oltre ad un lungo ago con il quale “minacciano” i più piccoli di cucire loro la bocca (di qui il nome di Cucibocca), spaventandoli e lasciando così via libera alla Befana che il giorno dopo, 6 gennaio, potrà recare i doni. Per informazioni è possibile rivolgersi al Cea (0835201016 – 334.8360098).
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