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Non solo con la tappa nel 2002, durante il famoso tour con De Gregori, Mannoia e Ron allo stadio Viviani.
Pino Daniele – che si è spento la scorsa notte per un infarto a soli 59 anni – anche in altre occasioni ha lasciato a Potenza uno straordinario ricordo.
La memoria di quella giornata appartiene a molti. A raccontare l’episodio è Ida Leone, consulente della pubblica amministrazione e digital champion, che alla musica del bluesman napoletano racconta di aver legato pezzi di vita.
«Era l’estate del 1981. Noi eravamo quindicenni di provincia usciti da una tragedia molto piú grande di noi: un terremoto che aveva fatto crollare, oltre a case e cornicioni, anche tante certezze. Lui era un artista in ascesa che era in tour con uno degli album piú belli della musica di sempre. E il tour toccò la nostra cittá di provincia, con un concerto fuori sacco gratuito per i ragazzi terremotati. Il primo concerto live della mia vita. Una emozione indimenticabile, una musica mai piú dimenticata.»
Ida allora era un’adolescente e come tanti altri ragazzi di città e dintorni si precipitò allo stadio Viviani. Il concerto era stato organizzato in fretta, fuori dell’itinerario ufficiale del tour, perché Daniele aveva deciso di regalare ai luoghi piegati dal terremoto qualche ora di sollievo, divertimento e comunità. Era estate, faceva caldo, dal sisma erano passati pochi mesi, «e quello fu un momento bellissimo».
«Ricordo che il prato dello stadio era stracolmo, come gli spalti. A un certo momento ci fu un po’ di parapiglia, in tanti cercarono di andare un po’ più vicino al palco. Ma Daniele ci fermò, ci invitò a stare tranquilli, guagliù, state calmi, dimostriamo di poter stare tutti insieme.»
Nello stadio di Potenza presentava l’album Vai Mo’, ormai il quarto di una carriera avviatissima.
Nello stesso anno tappa anche a Matera, il concerto al XXI Settembre. Il pienone nella Città dei sassi arriva anche nel 2009, con il concerto alla Cava del Sole, per presentare l’album Electric Jam.
Ancora prima, però, il cantautore si era esibito a Potenza nel 1978, nel teatro Due Torri.
Tra i pochi potentini che in quegli anni conoscevano il sound di Pino Daniele c’era un giovanissimo Salvatore Margiotta. Il senatore democratico all’epoca era un ginnasiale, aveva consumato l’unico LP già pubblicato, Terra Mia, «roba per appassionati».
Il cantautore non fu certo entusiasta nello scoprire che a Potenza, nella pomeridiana, si erano presentati davvero in pochi. «Vabbuo’, pochi ma buoni», disse.
Quel concerto era stato organizzato dall’Arci di Potenza e, come molti appuntamenti di nicchia, prevedeva sipario di sera e una pomeridiana. «Ricordo che però ci fece un regalo grande. Presentò un testo sconosciuto anche a noi fan, annunciando che la canzone sarebbe stata inserita nell’album successivo». Era Chillo è nu buono guaglione, pezzo che entrerà nell’album Pino Daniele.
«Appena un paio di anni più tardi – racconta Margiotta – mi trovai a riflettere su come le cose cambino in fretta». Sempre da studente andò al Viviani, per quella data fuori sacco. Daniele aveva ormai già registrato anche Nero a metà. «Stadio gremito.»
Allora riposa in pace Pino. «Quei ragazzini se lo ricordano ancora, di te e di quel concerto». E grazie.
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