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BANZI – Danza, musica, magia e trasgressione: sono queste le parole d’ordine del festival dell’Auguraculum ( tre giorni da oggi a domenica 14 settembre), manifestazione organizzata a cura di “Eventi & talenti” ed inserita nella rassegna “Estate Bantina 2014”.
Si ripete anche quest’anno, quindi, uno dei festival più interessanti della Basilicata, nel borgo badiale di Banzi, paese lucano sede dell’antico Templum (età repubblicana) scoperto completamente nel 1967 dall’archeologo Mario Torelli, dove l’augure interpretava i segni degli dei sulle decisioni che gli uomini dovevano prendere. Nell’epoca dell’incertezza totale, un’aria di antica magia è già di per sé trasgressione, questo il tema basilare, intorno al quale gli organizzatori quest’anno hanno creato questo fantastico evento.
Ma trasgressione oggi è anche rinvigorire e magari rendere inossidabile il legame tra uomo e terra, tra l’uomo e le sue radici, rapporto che in un terra ferita e spesso abbandonata come quella lucana ha ovviamente un senso più profondo ed appunto più trasgressivo, visto che a contare oggi sono le regole del capitalismo sfrenato, post-umano, feroce e con l’imitazione meccanica dei suoni della vita e della natura . Il Festival dell’Auguraculum vuole anche riportare il suono alla sua verità, a strumenti semplici della tradizione, quelli che puzzano di terra. In quest’ottica all’edizione 2014 dell’evento è stata legata alla prima sagra del “cric e crico e pisctidd”, la sagra del peperone. Si tratta di sapori di verità, suono autentico e magia legata alla terra. Il festival si apre oggi alle 17.30 circa, prima con i saluti del sindaco Nicola Vertone e poi nella sala consiliare subito un workshop sulla costruzione di strumenti a cura del Laboratorio interculturale “Pollino Labor”. A seguire, dalle 21.30, circa il primo concerto della tre giorni di festival ad opera dei Totarella e le zampogne del Pollino. World music al servizio della tradizione, con questa band che unisce musicisti lucani e calabresi. Totarella è proprio il nome che il popolo del Pollino ha attribuito all’oboe popolare, in altre zone chiamata ciaramella, strumento dal suono stridulo, acuto tanto pungente quanto la voglia nella band lucano-calabrese di far esplodere l’identità e la coscienza popolare ed etnica di una terra. Domani si partirà alle 10, con un imperdibile seminario interattivo sulle danze popolari e strumenti lucani e salentini, a cura della bellissima Maria Anna Nolé, etno-antropologa, fondatrice dell’associazione “Iatrida”. Dopo i balli suggestivi, lo sguardo e l’avvenenza della fata Nolé, si riparte dalla sala consiliare alle 18 con al presentazione del progetto Taranta Lucania del “tarantato” Pietro Cirillo che con la sua band e il maestro Graziano Accinni chiuderà la giornata in concerto dalle 21.30. Domenica il festival si concluderà con l’atteso concertone finale dei magici Musicamanovella, gruppo pignolese dotato di un sound ed un modo di fare arte unico, si festeggerà la fine della manifestazione, con una enorme danza collettiva di tutto il pubblico che dalle 21.30 si troverà in Piazza Gianturco. Prima però la mattina dalle 12 ci sarà una degustazione di vini a cura della “Cantina Diomede” e a precedere il live finale: alle 19.30 in Largo Urbano II, ci sarà il teatro di Monsieur David in “Feet Theater!” da “Colorado Cafè” e alle 20 nel Supportico Abbadia magia comica con “Allincirco Varietà”. Tutto come detto si concluderà con il fremente concerto della band pignolese, con danza, musica, magia e trasgressione.
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