3 minuti per la lettura
GRASSANO- E’ da poco rientrato da tre giornate di riprese sul set del nuovo film di Francesca Archibugi “Il nome del figlio”, ma per Domenico Spadafino sembra che nulla sia cambiato. Un “bel gioco”, così ha definito la sua prima esperienza cinematografica, il giovane studente, al terzo anno del Liceo scientifico “Alighieri” di Matera. In realtà, la sua prima passione, ci confessa, resta la musica. Da quattro anni suona il sassofono nella banda cittadina e si diverte ad animare serate, suonando la chitarra elettrica, con diversi gruppi amatoriali, messi su con amici del posto. Il cinema? Un regalo imprevisto. «Mio zio Giuseppe – racconta Domenico- ha letto del casting a Matera e mi ha suggerito di partecipare. Spinto dalla curiosità più che da aspettative particolari mi sono presentato, accompagnato da mio padre, alle selezioni all’hotel Palace di Matera. E’ durata più l’attesa che il provino. Non più di due minuti. La chiamata successiva è arrivata dopo due mesi». C’era un nuovo provino da sostenere. Questa volta a Potenza. «Con mia grande sorpresa – ricorda Domenico – mi sono ritrovato davanti direttamente Francesca Archibugi. La sua gentilezza mi ha aiutato a superare l’emozione». Poche settimane dopo la convocazione a Roma: la parte di Claudio adolescente è sua. «Sono rimasto senza parole e incredulo- racconta Domenico- non mi pareva vero che stesse accadendo proprio a me che non avevo nessuna esperienza del genere alle spalle». Superato lo stupore, Domenico sul set di Castiglioncello alla fine ci è arrivato davvero. E poco importa se non ci ha trovato gli interpreti principali del film: la coppia in attesa del primo figlio Alessandro Gassman (Paolo) estroverso agente immobiliare e Micaela Ramazzotti (Simona), bellissima di periferia e autrice di un best-seller piccante; Valeria Golino ossia Betta, sorella di Paolo, insegnante con due bambini, Luigi Lo Cascio, Sandro, suo marito e cognato di Paolo, raffinato scrittore e professore universitario precario. E neanche l’amico d’infanzia delle due coppie, il nostro Rocco Papaleo (Claudio appunto), eccentrico musicista che cerca di mantenere in equilibrio gli squilibri altrui.
Domenico, in compenso, ha trovato un padre cinematografico particolarmente attento e comprensivo. Potere delle radici comuni. Nei panni del papà, infatti, c’era l’attore materano Nando Irene con cui Domenico si è trovato subito a parlare la stessa lingua. Sotto lo sguardo amorevole di papà Antonio e mamma Maria Cristina, che lo hanno accompagnato a Castiglioncello, a coccolare Domenico ci ha pensato anche la regista Archibugi e i suoi “aiuto” : «Sono stati tutti molto pazienti e affettuosi- riconosce Domenico- Miuta Paterni, poi, è stata semplicemente straordinaria: ha organizzato alla perfezione viaggio e soggiorno». E parole di gratitudine Domenico Spadafino ha anche per Vincenzo Duni, il dirigente scolastico del Liceo che frequenta: «E’ stato felice per me dall’inizio e mi ha molto sostenuto in quest’avventura, dimostrandomi tanto affetto»- dice il giovane attore. Ma il grazie più grande Domenico lo rivolge ai genitori: «Mi sono stati molto vicini, consentendomi di vivere un’esperienza unica». Senza dimenticarsi, ovviamente, di zio Giuseppe: «Se non mi avesse spinto a fare il provino- ammette- adesso non staremmo qui a parlarne». “Il nome del figlio”, frutto di una produzione indipendente composta da Indiana Production, da Motorino Amaranto di Paolo Virzì e da Lucky Red, arriverà in sala probabilmente a gennaio, ma Domenico si è già conquistato il tifo di una fan affezionatissima: la sorella Maria Pia. Siamo certi, sarà presto in buona compagnia.
m.agata@luedi.it
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA