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TITO – Qualche giovane su di giri, minigonne vertiginose e voluttuosi leggins da fine settimana, odore di vodka, gin e rum, caffè in cialde super costoso neanche fosse il Gambrinus di Napoli, alcuni giovani richiusi in una piccola sala distratta e poi, quasi fosse una realtà parallela, del tutto stonata in questo contesto, c’erano i Boost da Beat di Matera.
Le due serate di selezione dell’edizione 2014 dell’Arezzo Wave Basilicata, svolte al Centro per la creatività giovanile “Cecilia” di Tito, sono state un ottimo termometro dell’aria e del sound che si respira nel mondo giovanile, specie potentino.
Indubbia fin da subito, la vittoria della giovane band materana che continua a macinare successi.
E’ sembrata evidente la superiorità di modo e di spirito dei Boost da Beat, capaci di portare una ventata di novità ed apertura musicale, attraverso una professionalità non ostentata ma mostrata con umiltà; caratteristiche queste che specie in alcuni gruppi sono mancate. Troppa improvvisazione, troppa presunzione e probabilmente poco da dire al pubblico sono state le profonde pecche di alcune band che si sono esibite nelle selezioni titesi. E’ come se avessero parlato un’altra lingua, come se avessero partecipato ad un altro concorso: da una parte i Boost da Beat, dall’altra tutti gli altri.
Da una parte un suono figlio sì della sperimentazione, ma eseguito consapevolmente da giovani musicisti, conoscitori dei propri strumenti e fascinosi nel loro essere ben coordinati sul palcoscenico, e dall’altra una serie di gruppi, insieme quasi per caso, ancora acerbi ed adatti, così come sono ora, ad un pubblico ristretto e non a lasciarsi dietro i confini mentali e territoriali. Era quindi anche paurosamente ovvio che a vincere sarebbero stati i quattro artisti materani che sono piaciuti anche a quelli che la musica elettronica l’hanno tenuta sempre alla larga: Antonio Tony Colangelo (synth, keys, live electronics), Andrea Andrew Salvato (ewi, flute, keys), Alberto Albo Romano (bass, synth bass) e Francesco Takadinaga Rondinone (drums, el. pads) non hanno solo vinto le selezioni lucane ma hanno anche dato un grande insegnamento al pubblico e agli altri gruppi: ancora una volta è stato il vento materano a dare una forte spinta artistica in avanti. Dietro i Boost da Beat arrivano i Nocivielementi, duo hip hop che rappresenta bene l’ambiente del capoluogo di regione che a questo genere sta dando molto.
A seguire “I Lomografici” di Bernalda, altro gruppo interessante ma figlio di un progetto acerbo e un po’ arruffato e “Il Caso” di Potenza, band potente del capoluogo che però sa un po’ di già ascoltato. Al quinto posto tutte le altre cinque band (i John Franco &Frank Flower di Lauria si sono ritirati): tra queste ottimi segnali sono arrivati dal cantautorato dolce atipico in Basilicata dei Monsmori e dall’ironia di Michael Yetnights. Ai Boost da Beat sono affidate le speranze e l’orgoglio lucano alle fasi nazionali del concorso e, visto ciò che fino ad ora hanno mostrato, si è sicuri lasceranno il segno.
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