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SATRIANO DI LUCANIA – Si chiude anche per quest’anno, con tanti successi ed apprezzamenti la rassegna “Le valli del teatro” a Satriano di Lucania. Questa sera ad accompagnare la chiusura del sipario sull’edizione della stagione teatrale 2014, ideata da Domenico De Rosa e Rocco Positino, ci sarà quella che è forse l’opera più famosa di Shakespeare, “Romeo e Giulietta”, piéce che va a chiudere quel discorso che il direttore artistico De Rosa ha voluto fare sull’amore. A metterla in scena, alle 21, sette attori provenienti da altrettante compagnie salentine diverse per la produzione di “Factory Compagnia Transadriatica”, la traduzione è stata affidata a Francesco Niccolini che tra le tante cose vanta anche una collaborazione con Marco Paolini ed ha scritto testi tra agli altri per nomi come Sandro Lombardi, Arnoldo Foà, Angela Finocchiaro e la Banda Osiris. La regia è di un giovane regista dalla idee innovative Tonio De Nitto conosciuto nell’ambiente teatrale italiano per i suoi lavori con attori balcanici e le collaborazioni con Arturo Cirillo, Adriana Zamboni ed Enzo Toma. Quello di “Romeo e Giulietta” è un amore adolescenziale, come lo sono un po’ tutti nella loro esplosione iniziale, quando ciò che intorno non importa, quando si gioca a volte soffrendo e ma anche ridendo in intensissimi attimi di strana ed eterna felicità. Ma è anche una storia di famiglie i Capuleti e i Montecchi, è il racconto di una storia perfetta che si intreccia nella sua essenza di non-storia, è anche una tragedia che si inabissa nel vuoto. “Romeo e Giulietta” è anche un tributo al linguaggio anzi al metalinguaggio, di un codice linguistico che ragionando su sé stesso costringe anche la messa in scena a rivoltarsi continuamente. I sette attori diretti da De Nitto, Lea Barletti, Dario Cadei, Ippolito Chiarello, Angela De Gaetano, Filippo Paolasini, Luca Pastore e Fabio Tinella si destreggeranno in doppi ruoli anche diametralmente opposti creando così una messa in scena moderna che si interroga come i protagonisti sul loro amore contrastato, sul significato del linguaggio teatrale in modo poetico e profondo. Non sarà il classico “Romeo e Giulietta” ma nemmeno una violenta rivalsa sul copione “shakespeariano” che appare dalle parole di De Nitto quasi ricostruito come in una foto che si colora e si sbiadisce. Solo come il teatro sa fare, prenderanno vita i rapporti tra le maschere e le anime sul palco che si confonderanno con quelle in platea: sul palco ci saranno figli e famiglie come, si spera, ci saranno seduti nel pubblico. In questa messa in scena sarà molto facile identificarsi e magari con la propria amata vicino anche commuoversi in un saluto con qualche lacrima a questa edizione de “Le Valli del teatro”.
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