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POMARICO – L’altra storia, raccontata dagli Historicanti approda a Pomarico. “Contadini si nasce, briganti si muore, ma poi i poveri restano in viaggio. Alle origini dei mali d’Italia”, è il titolo, esplicativo assai, dello spettacolo di musica, immagini e parole che la formazione pugliese composta da Barbieri, Cecere, De Dominicis, Ricco e Simonetti porta con il progetto Historicanti. L’evento si svolgerà domani alle ore 19, nel Salone delle Feste del Palazzo Marchesale, grazie alla Pro loco in collaborazione con Gianni Palumbo, sezione Avis cittadina “Madre Teresa di Calcutta” e coop. soc. Caris. Il sodalizio artistico s’avvale innanzitutto della polivalenza dei propri membri; tanto che Teresa Barbieri è impegnata con voce e percussioni, Michele Cecere alla voce narrante ma ha già dato con le ricerche storiche, Stefano De Dominicis voce, chitarra e percussioni addirittura, Patrizia Ricco fra voce narrante e progetto grafico e, dulcis in fundo, Salvatore Simonetti spazia tra chitarra e percussioni. Ma sono ovviamente i contenuti, a rafforzare ulteriormente la proposta. Ché Historicanti, usando le diverse tonalità e modalità dell’espressione, tornano ai primi 50 anni dall’Unificazione d’Italia. Video e canzoni. Con musica e parole. Un racconto diverso, semplicemente critico e quindi diverso dalla vulgata del pensiero unico dominante, che comincia nel 1860 e, attraversando “fonti storiche ufficiali, istituzionali e non”, guarda in avanti. Dove è sempre viva la lezione gramsciana sull’importanza del passato. «Attualmente gli Historicanti propongono – s’apprende spulciando nelle maglie della rete – una performance multimediale sotto forma di “lezione cantata” che racconta gli anni dal 1860 al 1910, dalla spedizione dei Mille all’Unità d’Italia, dal brigantaggio all’emigrazione. In novanta minuti si dispiega un fitto racconto del primo mezzo secolo d’Italia, ricco di immagini, disegni, filmati, parole, suoni e canzoni che si alternano per offrire suggestioni, idee, emozioni, capaci di accompagnare lo spettatore nel viaggio di una riscoperta più profonda e meno convenzionale della nostra storia. Una modalità leggera e complessa al tempo stesso aiuta a comprendere col passato anche il presente. È così possibile capire meglio – si riprende per esempio dallo spazio fb del gruppo -, le origini e i motivi delle condizioni di arretratezza del nostro Sud, nonché le difficoltà di rimuoverla”. E’ impegno, certo. Una militanza civile, appassionata quindi. Che spinge il pubblico, praticamente quel che resta delle comunità, a riflettere veramente. Premesso che sempre utile potrà risultare accostare a questo tipo di lezioni pagine di libri necessari allo scopo. In quanto poetesse e poeti, scrittrici e scrittori e tanti saggisti da tempo seguono la stessa strada. Un percorso, per far un piccolo esempio, reso più agevole da pensatori come Teti e Minervino, per ricordare gli studiosi fisicamente più prossimi a noi. Per la collettività pomaricana e non solo, spesso invece a digiuno d’iniziative critiche e accattivanti allo stesso tempo, una data assolutamente da non trascurare. A guardare oltre, e rispetto, per dire, al brigantaggio datoci dalla mitologia ufficiale. Come alle condizioni attuali di masse di donne e uomini che cellulare in tasca sperano ancora nelle possibilità dell’emigrazione.
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