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CHE cosa succede quando la modernità, con i suoi pregi e i suoi difetti, irrompe nella tranquilla e solitaria vita di un uomo di campagna? Lo racconta “Zio Angelo e i tempi moderni”, il lungometraggio girato quasi interamente in Basilicata da Daniele Chiariello, giovane regista della vicina Buccino. Protagonista del film Angelo Lopardo, un iperattivo 88enne di Brienza. Con Chiariello è stato amore a prima vista: vissuto da sempre in contrada Monte, una zona rurale di Brienza, “zio Angelo” incarna perfettamente lo spirito del luogo e del film.
Con tocco leggero, ma scavando in profondità, Chiariello racconta come cambia la vita di un anziano che ha sempre vissuto in solitudine, quando di punto in bianco intorno alla sua casa, una dietro l’altra, ne spuntano altre. Ma è solo l’inizio di un irrimediabile disfacimento del suo antico, e per anni immobile, mondo. Insieme alle case, infatti, arrivano anche dei giganti d’acciaio a catturare il vento del monte e poi anche degli strani odori, che nulla hanno a che fare con il profumo dei campi fino ad allora incontaminati: nei dintorni è spuntata anche una discarica. Il prezzo della modernità. A completare il quadro squadre di cacciatori della domenica che rendono sempre meno sicuro il mondo di zio Angelo.
Il racconto dell’evoluzione/involuzione dei tempi è affidato per intero ad attori non professionisti. In tutto 37 gli interpreti, tra protagonisti e ruoli minori. Alcuni già con un rapporto di collaborazione consolidato con il regista Chiariello. E’ il caso di Franco Ferro, Carmine Caputo e Loredana Scaffa. Il film, di cui Chiariello ha scritto anche le musiche originali arriverà nelle sale di Basilicata e Campania il prossimo 6 febbraio. La Prima lucana sarà ospitata dal Multisala Ranieri di Tito, ma la pellicola ha già ottenuto un importante riconoscimento: il Premio Rossellini. A convincere la giuria, presieduta da Renzo, figlio del grande regista, lo stile di Chiariello che richiama molto il neorealismo, per l’impiego solo di attori presi dalla strada, l’uso sapiente del dialetto e il racconto di temi sensibili con ironia e leggerezza.
Lunga la gestazione del lungometraggio. Le riprese sono andate avanti per circa un anno tra Brienza e Vietri di Potenza. E «non poteva essere altrimenti per una produzione totalmente indipendente- spiega Pasquale Soldovieri di Cinemò che del film cura la distribuzione- se questo lavoro arriverà al cinema, oltre che ai nostri sforzi economici, lo dobbiamo esclusivamente alle sale che stanno credendo nell’opera e agli attori che hanno partecipato in maniera disinteressata al film». Ma se è vero che chi va piano va sano e va lontano anche lo “Zio Angelo” è destinato a fare molta strada.
m.agata@luedi.it
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