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POTENZA –  Si è dovuto aspettare un po’ ma la nuova stagione teatrale di Potenza, organizzata dal Consorzio Teatri Uniti di Basilicata questa sera prenderà il via al cine-teatro  Don Bosco con ingresso  alle 20,30. “Una bella stagione tutto l’anno” questo il claim scelto dagli organizzatori che per il primo spettacolo hanno aperto le porte alla grandissima Lina Sastri con lo spettacolo “Linapolina”. L’attrice, coadiuvata da ben otto musicisti (Filippo D’Alio alla chitarra, Ciro Cascino al pianoforte, Salvatore Minale alle percussioni, Gennaro Desiderio al violino, Gianni Minale ai fiati,Sasà Piedipalumbo alla fisarmonica e Luigi Sigillo al contrabbasso) e un danzatore Raffaele De Martino, sul palcoscenico compirà un viaggio nella musica classica napoletana attraverso autori come Di Giacomo, Bovio, Russo e Viviani uniti da due racconti e delle poesie composte dalla Sastri che ha anche ideato e diretto lo spettacolo oltre a collaborare con Maurizio Pica e Ciro Cascino negli arrangiamenti e nella direzione musicale. 
Lina Sastri in anteprima rispetto allo spettacolo si concede al Quotidiano della Basilicata, rispondendo ad  alcune domande.    
Signora Sastri, “Linapolina” è uno spettacolo che oltre a segnare il suo legame con Napoli, mostra anche la sua propensione alla musica. 
Come entra Napoli con la sua musica nel suo  “Linapolina”?
«La musica si è fatta un po’ spazio da sola. E’ entrata pian piano nella mia vita parallelamente alla mia carriera di attrice.  Non essendo una cantante pura, la musica l’ho trasformata in teatro. In “Linapolina” invece che citazioni di autori, io recito poesie. Questo spettacolo ha come sottotitolo “Le stanze del cuore”, in scena con me ci sono otto musicisti e un danzatore ed io passo da un momento all’altro musicale raccontando in qualche modo  un percorso d’anima. Molte cose della mia carriera me l’ha regalate la mia città. Sono stata fortunata a nascere in una città che ha una tale ricchezza di musica e teatro, anche se io non frequento solo il mondo napoletano».
La musica che lei farà ascoltare è immortale, ma oggi Napoli riesce ancora a parlare della sua realtà a questi livelli?
«Queste opere  sono state scritte da grandi poeti e musicata da grandi musicisti. Le cose se restano nel tempo hanno un valore assoluto. Non le so dire di Napoli, le posso dire che il mondo è un po’ più difficile di quello di un tempo. E’ più contraddittorio, più frastagliato, siamo in un cambio epocale di usi, costumi, sentimenti ed emozioni, quindi forse oggi è più difficile raccontare il mondo di quanto lo era ai primi del novecento». 
Napoli è anche grandi maestri  di teatro. Lei di maestri ne ha avuti tanti tra cui Eduardo, un altro regalo che ha fatto Napoli al mondo. Si sente l’ultima grande donna di Eduardo?
 «Un maestro insegna, è fedeltà, rigore e regole. Impari le cose attraverso un maestro e se il maestro è importante, hai la fortuna di apprendere il mondo nella maniera migliore. Io spero di non essere l’ultima delle donne di Eduardo. Le attrici ci sono sia nel mondo italiano che napoletano, sono un’interprete che ha avuto la fortuna di conoscere quando ero molto giovane, avevo 18 anni quando ho fatto “Natale in Casa Cupiello” con Eduardo. Ho appreso il teatro in una maniera bella. Il mondo chiaramente cambia, noi invecchiamo ed abbiamo davanti un altro tipo di realtà, la nostra fortuna è di aver appreso l’arte quando la fantasia e la regola erano importanti».
Lei ha interpretato qualche anno fa “ Filumena Marturano” per la regia di Rosi con Luca De Filippo, questo un altro grande simbolo partenopeo. Lei ha fama di essere una donna forte. Che tipo di donna è lei in realtà?
«Io non sono una donna forte, sono una donna fragile come lo sono spesso le attrici. Sono un’attrice che ha avuto la fortuna di fare uno dei ruolo femminili più belli che ha scritto un grande autore».
Concludiamo. Per lei cosa è la Bellezza?
«La Bellezza è un bambino che sorride». 

POTENZA –  Si è dovuto aspettare un po’ ma la nuova stagione teatrale di Potenza, organizzata dal Consorzio Teatri Uniti di Basilicata questa sera prenderà il via al cine-teatro  Don Bosco con ingresso  alle 20,30. “Una bella stagione tutto l’anno” questo il claim scelto dagli organizzatori che per il primo spettacolo hanno aperto le porte alla grandissima Lina Sastri con lo spettacolo “Linapolina”. L’attrice, coadiuvata da ben otto musicisti (Filippo D’Alio alla chitarra, Ciro Cascino al pianoforte, Salvatore Minale alle percussioni, Gennaro Desiderio al violino, Gianni Minale ai fiati,Sasà Piedipalumbo alla fisarmonica e Luigi Sigillo al contrabbasso) e un danzatore Raffaele De Martino, sul palcoscenico compirà un viaggio nella musica classica napoletana attraverso autori come Di Giacomo, Bovio, Russo e Viviani uniti da due racconti e delle poesie composte dalla Sastri che ha anche ideato e diretto lo spettacolo oltre a collaborare con Maurizio Pica e Ciro Cascino negli arrangiamenti e nella direzione musicale.  Lina Sastri in anteprima rispetto allo spettacolo si concede al Quotidiano della Basilicata, rispondendo ad  alcune domande.    

 

Signora Sastri, “Linapolina” è uno spettacolo che oltre a segnare il suo legame con Napoli, mostra anche la sua propensione alla musica. Come entra Napoli con la sua musica nel suo  “Linapolina”?

«La musica si è fatta un po’ spazio da sola. E’ entrata pian piano nella mia vita parallelamente alla mia carriera di attrice.  Non essendo una cantante pura, la musica l’ho trasformata in teatro. In “Linapolina” invece che citazioni di autori, io recito poesie. Questo spettacolo ha come sottotitolo “Le stanze del cuore”, in scena con me ci sono otto musicisti e un danzatore ed io passo da un momento all’altro musicale raccontando in qualche modo  un percorso d’anima. Molte cose della mia carriera me l’ha regalate la mia città. Sono stata fortunata a nascere in una città che ha una tale ricchezza di musica e teatro, anche se io non frequento solo il mondo napoletano».

La musica che lei farà ascoltare è immortale, ma oggi Napoli riesce ancora a parlare della sua realtà a questi livelli?

«Queste opere  sono state scritte da grandi poeti e musicata da grandi musicisti. Le cose se restano nel tempo hanno un valore assoluto. Non le so dire di Napoli, le posso dire che il mondo è un po’ più difficile di quello di un tempo. E’ più contraddittorio, più frastagliato, siamo in un cambio epocale di usi, costumi, sentimenti ed emozioni, quindi forse oggi è più difficile raccontare il mondo di quanto lo era ai primi del novecento». 

Napoli è anche grandi maestri  di teatro. Lei di maestri ne ha avuti tanti tra cui Eduardo, un altro regalo che ha fatto Napoli al mondo. Si sente l’ultima grande donna di Eduardo? 

«Un maestro insegna, è fedeltà, rigore e regole. Impari le cose attraverso un maestro e se il maestro è importante, hai la fortuna di apprendere il mondo nella maniera migliore. Io spero di non essere l’ultima delle donne di Eduardo. Le attrici ci sono sia nel mondo italiano che napoletano, sono un’interprete che ha avuto la fortuna di conoscere quando ero molto giovane, avevo 18 anni quando ho fatto “Natale in Casa Cupiello” con Eduardo. Ho appreso il teatro in una maniera bella. Il mondo chiaramente cambia, noi invecchiamo ed abbiamo davanti un altro tipo di realtà, la nostra fortuna è di aver appreso l’arte quando la fantasia e la regola erano importanti».

Lei ha interpretato qualche anno fa “ Filumena Marturano” per la regia di Rosi con Luca De Filippo, questo un altro grande simbolo partenopeo. Lei ha fama di essere una donna forte. Che tipo di donna è lei in realtà?

«Io non sono una donna forte, sono una donna fragile come lo sono spesso le attrici. Sono un’attrice che ha avuto la fortuna di fare uno dei ruolo femminili più belli che ha scritto un grande autore».

Concludiamo. Per lei cosa è la Bellezza?

«La Bellezza è un bambino che sorride». 

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